Warning: Attempt to read property "post_excerpt" on null in /home/clients/d43697fba9b448981cd8cd1cb3390402/web/content/themes/newsup/single.php on line 88

In sei mesi l’Ufficio federale delle migrazioni ha organizzato 16 voli per 62 persone, con una fattura di circa un milione di franchi. La stampa domenicale segnala un aumento dei rimpatri volontari.

Nel primo semestre dell’anno, il rimpatrio di un richiedente l’asilo è costato circa 16mila franchi, ossia 5’000 franchi in piu’ dello scorso anno, scrive la SonntagsZeitung.
Il costo varia in funzione della distanza da percorrere e dalla grandezza del velivolo, ha spiegato Jürg Walpen, portavoce dell’UFM. Va anche calcolato il costo del carburante.
L’UFM prepara un numero maggiore di rinvii rispetto al 2011 e ha ottenuto il permesso per voli in partenza da Agno. Questo alleggerisce il carico di rimpatri in partenza da Berna, Zurigo e Ginevra.
Michael Glauser, anche portavoce dell’UFM, commenta che l’aeroporto di Lugano-Agno soddisfa le condizioni necessarie per questo genere di voli e i suoi responsabili hanno dato il loro accordo.

Il giornale Der Sonntag scrive come i richiedenti l’asilo che tornano volontariamente nei loro paesi sono aumentati. Citando le cifre dell’UFM, rileva che 2054 richiedenti l’asilo hanno chiesto di essere rimpatriati nei primi sei mesi di quest’anno.
Nel 2011 i rimpatri volontari erano stati 2771. La Confederazione aveva versato oltre 4 milioni di franchi per questi rimpatri, contro i tre milioni che ha già pagato da gennaio a giugno 2012.

Per quanto riguarda il sostegno finanziario, i nigeriani sono quelli che costano di più, con 6’000 franchi a testa, seguiti dagli iracheni, che costano 5257 franchi a testa e i richiedenti dello Sri Lanka, con 3366 franchi. Per contro, macedoni e serbi ricevono un obolo di soli 100 o 200 franchi a testa.
L’UFM ammette che esiste un potenziale di abuso. Per questo la Confederazione, in collaborazione con le ambasciate e le ONG, controlla che il sostegno finanziario sia speso per progetti utili, come ad esempio l’allevamento di bestiame o il lancio di un’attività di tassista o ancora per l’apertura di un negozio, di un internet café o di un altro genere di commercio, sostenibile con i soldi che questi richiedenti l’asilo rimpatriati ricevono al momento di lasciare la Svizzera.

(Fonte : Le Matin.ch)