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Hanno scelto un paesino del Giura bernese (Saint-Imier) e uno dei monti vicini (le Mont Soleil) per piazzare le loro tende nella prima metà di agosto. Alcuni non avranno perso l’occasione per visitare la vicina centrale fotovoltaica o l’osservatorio astronomico nel modo più confacente alle loro possibilità (sentiero, funivia o calesse), altri (il nocciolo politico del raduno) saranno andati a dare un’occhiata alle aziende che hanno reso famoso il borgo a pochi chilometri dal confine francese e da La Chaux-de-Fonds.

Parlo dei fabbricanti del Tête de Moine, formaggio svizzero unico al mondo per il modo con cui si consuma: la tipica girolle, uno strumento a coltello orizzontale che permette di ottenere delicati trucioli di formaggio; dei maestri orologiai che hanno messo al polso dei vip del pianeta i loro Longines, Breitling, Balmain e TAG Heuer.
In quattro giorni ci sarà stato ovviamente il tempo per un po’ di tutto, oltre alle discussioni strategiche, l’immancabile raccolta di fondi, qualche canna e far arricciare il naso agli abitanti più tradizionalisti e al solito proprietario di ritrovo pubblico che non ha saputo nascondere il proprio disappunto: “Siamo un paesino tranquillo, queste adunate non ci piacciono per niente”.

Il raduno era comunque regolarmente autorizzato e il contatto fra promotori dell’iniziativa, polizia e autorità si è poi rivelato efficiente e senza particolari problemi. Illuminante in proposito una dichiarazione di uno degli organizzatori: “Non abbiamo nulla a che vedere con lo stereotipo dell’anarchico violento. Vogliamo raggiungere i nostri obiettivi, la libertà dallo Stato, dal credo religioso e dal capitalismo, senza violenza e repressione”.
Il che, vista la ferrea laicità dei libertari, è come credere ancora in Gesù bambino.
Amen.

Carlo Curti, Lugano