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Il coinvolgimento della Royal Bank of Scotland nello scandalo delle presunte manipolazioni del tasso interbancario Libor potrebbe essere peggiore di quello di Barclays.

La banca, che risulta ancora di proprietà dei contribuenti inglesi, potrebbe pertanto essere obbligata a pagare una sanzione ancora più pesante. A dichiararlo è John Mann, parlamentare laburista che cita indiscrezioni che gli sarebbero state fornite da alcuni “insider della City”.
A Barclays il terremoto del Libor è già costato una multa da 290 milioni di sterline, oltre alle dimissioni, a inizio luglio, del presidente Marcus Agius, del direttore generale Jerry Del Missier e del Ceo Robert Diamond.
Stando alle rivelazioni di un ex trader della banca, che ha fatto ricorso alle vie legali contro l’istituto, i controlli interni di RBS sarebbero stati talmente deboli che chiunque sarebbe stato in grado di manipolare il Libor.

Questo tasso interbancario viene calcolato ogni giorno dalla British Bankers’ Association tramite la media degli 8 valori centrali forniti da 16 grandi banche.
Proprio queste banche sono al centro di un’inchiesta internazionale con l’accusa di aver formato una lobby per manipolare il valore del Libor.
Malgrado non sarà facile ottenere una vittoria in tribunale, investori, assicurazioni e comuni minacciano cause legali alle banche coinvolte nello scandalo che potrebbero elevarsi sino a 176 miliardi di dollari, rivendicando di essere stati ingannati con tassi artificialmente bassi che hanno ridotto i ritorni sui bond.