La Banca centrale europea, appoggiata dalla banca centrale francese, farebbe pressione sul Comitato di Basilea affinché “ammorbidisca” le norme sulle riserve di liquidità che le banche saranno obbligate a detenere. Lo riporta l’agenzia Bloomberg.
Al centro del dibattito è il liquidity coverage ratio, un indicatore che sarà imposto a partire dal 2015 per assicurare che la banca abbia liquidità sufficiente per sopravvivere a una crisi della durata di trenta giorni.
Questo obbligo rischierebbe però di ostacolare gli sforzi per combattere la crisi del debito della Zona euro, obbligando le banche a una stretta ai prestiti e rendendo più difficile, per le banche centrali, la messa in atto delle proprie politiche monetarie.
Pertanto, la proposta della BCE prevede di conteggiare come liquidità anche strumenti finanziari emessi a fronte di operazioni di cartolarizzazione e i prestiti alle imprese.
Un’idea che avrebbe scatenato l’opposizione di alcuni membri, anche americani, del Comitato di Basilea.
Il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria è un’organizzazione internazionale che promuove la cooperazione fra le banche centrali e altre agenzie equivalenti, per assicurare la stabilità monetaria e finanziaria.
I membri attuali del Comitato, la cui sede si trova a Basilea, provengono da Svizzera, Belgio, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti.
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