In alcune situazioni il daltonismo può rivelarsi vantaggioso; un cacciatore daltonico, ad esempio, può riuscire a distinguere meglio una preda mimetizzata su uno sfondo caotico.
(da Wikipedia, sull’utilità nascosta del daltonismo)
Il Daltonismo è una malattia caratterizzata da un funzionamento non corretto delle cellule fotosensibili dell’occhio. Prevalentemente di natura genetica (colpisce i maschi in maniera 5 volte superiore alle femmine), può anche insorgere dopo danni agli occhi, ai nervi o al cervello, per l’esposizione a composti chimici oppure all’eccessiva luce solare.
Le persone daltoniche eliminano alcuni toni dallo spettro dei colori. La difficoltà di distinguere il rosso dal verde è il disturbo più comune ma la malattia si divide in diverse categorie :
1. Acromatopsia: cecità ai tre colori fondamentali rosso, verde e blu.
2. Discromatopsia: cecità ad uno solo dei tre colori fondamentali, suddivisibili:
2a. Protanopia e protanomalia (rispettivamente insensibilità e scarsa sensibilità al rosso)
2b. Deuteranopia e deuteranomalia (rispettivamente insensibilità e scarsa sensibilità al verde)
2c. Tritanopia e tritanomalia (rispettivamente insensibilità e scarsa sensibilità al blu e giallo).
Il termine “daltonismo” deriva dallo scienziato che per primo descrisse la malattia, il chimico inglese John Dalton, nel 1794. Scrisse e pubblicò i suoi studi nel libro: “Extraordinary facts relating to the vision of colours”.
Dalton, che soffriva di questa malattia, elaborò una spiegazione del fenomeno: l’umor vitreo dei suoi occhi era blù anziché trasparente e questo creava un filtro che rendeva il rosso e il verde un’identica sfumatura di grigio.
Per verificare la fondatezza di questa ipotesi, lo scienziato chiese che dopo la sua morte i suoi occhi venissero analizzati. Quando morì, nel luglio 1844, il suo assistente gli rimosse i bulbi oculari, versò l’umor vitreo di un occhio su un vetro e constatò che era perfettamente trasparente; l’ipotesi di Dalton risultava errata.
Prelevò un frammento dall’altro occhio e vi guardò attraverso per vedere se gli oggetti rossi o verdi apparissero grigi, ma così non fu. Per cui concluse che qualunque fenomeno avesse causato la malattia di Dalton, non si trattava dell’imperfezione dei bulbi oculari.
Tra i moltissimi personaggi daltonici famosi vi sono l’ex presidente statunitense Bill Cinton e l’attore Keanu Reeves. Daltonici erano anche l’attore statunitense Paul Newman (1925-2008) e l’astronomo Giovanni Schiapparelli (1835-1910).
Sul quotidiano La Repubblica del 9 febbraio scorso, Maurizio Giovanelli, presidente dell’Associazione italiana Daltonici, racconta la sua esperienza personale : “Mi sono reso conto di essere daltonico verso i vent’anni, ma già a sei si erano presentate le prime avvisaglie (a scuola avevo difficoltà a colorare le figure). Essere daltonici equivale a vedere il mondo come se avessimo un paio di occhiali colorati …”