Al termine degli studi ed al momento di scegliere la specializzazione si evidenzia una maggiore propensione dei medici di sesso femminile ad intraprendere la professione di medico di famiglia. La femminilizzazione della professione medica è un fenomeno in atto da almeno due decenni. Negli ospedali oggi ormai la metà dei medici assistenti sono donne ed il 70% degli studenti in medicina è di sesso femminile. La possibilità che offre la medicina interna generale di occuparsi del paziente nella sua globalità e nelle varie età della vita è forse più congeniale e gradita alla donna che da sempre per tradizione e cultura è stata associata alla “cura” della persona dalla nascita alla morte. Analogamente le donne medico manifestano inoltre una maggiore disponibilità ad occuparsi di pazienti terminali e di cure palliative.

La distribuzione di compiti all’interno della coppia, della famiglia e della nostra società porterà verosimilmente alla situazione di una crescente percentuale di medici di famiglia non più in grado di mantenere il ritmo lavorativo dei loro predecessori . Ricordo che un medico installato in uno studio privato oggi generalmente lavora settimanalmente in media ancora oltre le 60 ore, un impegno che le donne medico confrontate al doppio ruolo non saranno verosimilmente in grado di sostenere. Inoltre la complessità delle procedure effettuate in uno studio medico che desidera essere un vero presidio sanitario di prossimità, dotato di infrastrutture all’avanguardia richiede un aggiornamento continuo particolarmente impegnativo.

D’altro canto la professione di medico internista generalista diventa però anche sempre meno attrattiva per ragioni economiche : riduzione progressiva della remunerazione degli esami di laboratorio, degli esami radiologici eseguiti nello studio medico e dell’indennità di trasferta per le visite a domicilio, che vengono effettuate praticamente solo dai medici di famiglia. Anche i medici di famiglia di sesso maschile dovranno maggiormente occuparsi di compiti che una moglie o una partner professionalmente impegnata non sarà più in grado di gestire da sola. Recentemente Alain Berset, nostro ministro della Sanità , ha lanciato il suo Master Plan con lo slogan “ largo ai medici di famiglia “ Alla luce di quanto sopra esposto, se veramente si vuole sostenere la medicina di famiglia più delle iniziative e dei proclami servono fatti concreti , che alla lunga contano più delle parole.

Mariagrazia Canepa, medico di famiglia e Presidente della Società di Ultrasonologia medica della Svizzera Italiana