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Persino Clint Eastwood, il duro che sussurra alle sedie vuote, ha ammesso di aver pianto, quattro anni fa, ascoltando il Yes We Can del candidato nero alla presidenza Barack Obama.
Un Obama che questa volta i repubblicani cercano di smantellare con un attacco frontale improntato anche su una benevola e comprensiva delusione
.

Obama ha deluso …”Ma avremmo voluto vederlo riuscire” ha cercato di far credere Mitt Romney. Una strategia non nuova, anzi, e che i repubblicani sperano aiuti a portare il risultato atteso : la caduta di Obama.
Nella campagna elettorale del 2008, la squadra del candidato repubblicano John McCain aveva voluto deridere e screditare Barack Obama presentandolo come un assurdo messia, un nuovo Mosè. Una strategia che non aveva funzionato e Obama era stato eletto presidente.
Oggi, nel suo discorso alla Convention di Tampa Bay, Mitt Romney ha nuovamente battuto il chiodo di un Obama messianico allo scopo di metterlo in ridicolo.
Forse questa volta il messaggio potrebbe passare grazie al sostegno della crisi economica e sociale : “Il presidente Obama aveva promesso di rallentare l’innalzamento del livello degli oceani e di guarire il pianeta. La mia promessa invece è di aiutarvi, voi e le vostre famiglie.”

Nel 2008, Obama aveva presagito il pericolo derivante dal fatto di essere presentato come un messia e tre settimane prima dell’elezione, in occasione del “Al Smith Dinner” a New York, il candidato democratico aveva voluto smorzare le tensioni : “Contrariamente a quanto si dice in giro, non sono nato in una mangiatoia. Sono nato su Krypton e mandato qui da mio padre, Jor-El, per salvare il pianeta Terra.
La maggior parte di voi sa che ho ricevuto il mio nome, Barack, da mio padre. La maggior parte però non sa che è un nome in lingua Swahili. Barack significa “l’Unico”. E devo questo nome a qualcuno che, di fatto, non pensava che un giorno mi sarei presentato alla presidenza.”
Poi Obama aveva vinto ma il problema delle attese smisurate non si sarebbe risolto con il fatto di essere stato eletto. Con molta prudenza aveva messo le mani in avanti e aveva dichiarato, la sera stessa della sua elezione, nel novembre 2008 : “La strada sarà lunga. La nostra ascesa sarà difficile. Forse non vi giungeremo in un anno, forse nemmeno in un solo mandato…”

Per Barack Obama, quando mancano tre mesi alle elezioni presidenziali, possono valere le parole pronunciate nel 1930 da Walter Lippmann, uno dei maggiori osservatori politici dell’epoca.
Lippmann parlava allora del presidente Herbert Hoover (presidente dal 1929 al 1933) : “Creando delle attese, la leggenda Hoover ha definito uno standard a partire dal quale la popolazione lo giudica. Ritengo che la maggior parte degli osservatori ammetteranno che se il suo primo anno si è chiuso in un’atmosfera di leggera delusione, in parte è stato per l’incapacità di Hoover di essere all’altezza di quello che ci si aspettava dalla leggenda Hoover.”

(Fonte: blogs.Rue89.com)