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Credit Suisse, UBS e Banque Sarasin : gli istituti di credito elvetici, piuttosto che immaginare di sospendere le operazioni finanziarie sui generi alimentari, si lanciano in una strenua autodifesa.

Di fronte all’accusa di contribuire ai movimenti finanziari speculativi sui generi alimentari, la reazione delle banche svizzere e delle banche tedesche è molto diversa.
Negli ultimi tempi, alcuni istituti di credito in Germania hanno accolto le critiche piovute da numerose ONG e hanno limitato i comportamenti finiti nel mirino degli attivisti, mentre in Svizzera la reazione al momento si limita ad una strenua autodifesa.

Dopo gli inviti giunti alle banche a «seguire l’esempio degli istituti tedeschi», i dirigenti finanziari hanno risposto minimizzando il proprio apporto speculativo.
Credit Suisse ha dichiarato attraverso il proprio portavoce di non rappresentare che una piccola parte degli investimenti globali nelle materie prime. Simili le risposte di Banque Sarasin e di UBS, che sottolineano la marginalità dei prodotti finanziari che si concentrano sulle materie prime agricole.
Nessuna banca svizzera dichiara di essere intenzionata a bloccare le attività che rischiano di contribuire alla crescita del costo dei generi alimentari. Questo malgrado una portavoce di UBS ammetta che le attività degli investitori possono condurre ad una forte volatilità dei prezzi.

(Fonte : Valori.it)