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Due parole possono cambiare le elezioni presidenziali statunitensi : Dio e Gerusalemme.

Il 4 settembre il giornalista David Brody aveva fatto notare, nel suo blog s CBN News, che la parola Dio non era stata pronunciata nemmeno una volta sulla platea della Convention democratica di Charlotte. Mentre nel 2008 il documento del partito democratico parlava di Dio in abbondanza, la Convention 2012 ha deciso di sopprimere ogni riferimento all’Onnipotente.

Ovviamente, i repubblicani, che alla Convention di Tampa Bay hanno chiamato in causa Dio almeno un centinaio di volte, hanno approfittato dell’occasione per attaccare il campo rivale.
Su Fox News il candidato alla vice-presidenza Paul Ryan ha detto : “Lo trovo strano (…) Credo si dovrebbe obbligare i democratici a spiegare perché fanno così, perché hanno evirato Dio.”
Messi sotto pressione, i democratici hanno deciso – il 5 settembre – di modificare il documento della Convention di Charlotte e hanno fatto risorgere la parola divina : “Abbiamo bisogno di un governo che si batta per la speranza, per i valori, per gli interessi delle classi popolari e che dia a tutti la volontà di lavorare duro per realizzare il meglio del potenziale che Dio ha dato loro.”
Un’altra modifica è intervenuta nel documento. Una frase, “Gerusalemme è e resterà la capitale di Israele” è stata aggiunta.
Molto opportunamente, i repubblicani si erano infatti indignati che il campo avversario rifiutasse di riconoscere Gerusalemme come capitale dello Stato ebraico.
“E’ peccato che il partito democratico nella sua totalità si schieri dietro il rifiuto vergognoso di Barack Obama di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele – aveva detto Mitt Romney in un comunicato. Sempre su Fox News, Paul Ryan aveva definito tragica l’assenza di questa frase alla Convention democratica.

Secondo il Wall Street Journal, i repubblicani sperano soprattutto che ricorrendo alla tematica Gerusalemme riusciranno a recuperare qualche voto da parte degli ebrei americani, elettorato tradizionalmente democratico.
Per il campo democratico, riconoscere Gerusalemme quale capitale dello Stato ebraico è un tema sensibile, perchè gli Stati Uniti ufficialmente non riconoscono Gerusalemme quale capitale di Israele.
Per Barack Obama, presidente uscente, si tratta dunque di un proposito difficile, dato che nel suo quadriennio alla Casa Bianca ha sempre tenuto una politica diversa.