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L’euro è salito venerdì mattina verso le 11h a 1.2114 franchi, per la prima volta dallo scorso mese di marzo. L’apprezzamento della moneta unitaria fa seguito alla decisione della Banca centrale europea di procedere all’acquisto dei debiti dei paesi finanziariamente deboli della Zona euro.

Il movimento di leggero indebolimento del franco svizzero era iniziato all’inizio della settimana, man mano che si rafforzava la probabilità che la BCE avrebbe proceduto a un riacquisto dei debiti sovrani.
Dalla primavera la relazione tra euro e franco non si staccava dal tetto massimo di 1.20 fissato un anno fa dalla Banca nazionale svizzera per contrastare l’eccessivo apprezzamento del franco.

Da mesi la BNS interviene sul mercato delle divise per difendere questo tasso di cambio, interventi che hanno gonfiato il bilancio dell’istituto di emissione monetaria.
A fine luglio, le riserve in divise della Banca nazionale svizzera si elevavano a 406.5 miliardi di franchi, il doppio rispetto allo stesso periodo di un anno fa.
Questa somma equivale al 70% del Pil della Svizzera e a breve potrebbe raggiungere il livello dell’insieme della produzione elvetica, qualora la BNS decidesse di proseguire i suoi acquisti di moneta estera.