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La riforma del governo federale rischia di limitarsi a piccoli ritocchi. Oggi il Consiglio nazionale ha respinto l’idea della presidenza della Confederazione per due anni consecutivi e un Consiglio federale con 9 ministri. Il Consiglio degli Stati deve ancora pronunciarsi.

La sinistra e il PBD rifiutavano di gettare la spugna e invano hanno spinto per il rinvio del dossier in commissione.
“Una riforma va fatta se la Svizzera vuole affrontare le sfide internazionali. Il funzionamento del Consiglio federale giunge al suo limite – ha fatto notare la deputata socialista Bea Heim.
Le ha fatto eco il Consigliere nazionale de I Verdi Balthasar Glättli : “Se il governo non si rafforza, l’amministrazione avrà sempre più peso.”
L’idea di prolungare a due anni la durata del mandato presidenziale era stata lanciata nel 2010 dal Consiglio federale.
Con 113 voti contro 67, il Consiglio nazionale ha rifiutato di entrare in materia. Se malgrado tutto il progetto dei due anni di presidenza passerà lo scoglio delle Camere, il popolo dovrà pronunciarsi, visto che sarà necessaria la modifica della costituzione.

L’aumento a nove del numero del Consiglieri federali è stato respinto dalla Camera del popolo con 96 voti contro 76. La proposta era stata originariamente lanciata dal Consiglio degli Stati nove anni fa.
Il Nazionale ha confermato il suo rifiuto respingendo due iniziative ticinesi per un allargamento dell’Esecutivo, una delle quali precisava che il numero di Consiglieri federali provenienti da una stessa regione deve limitarsi a due.
“Sarebbe molto difficile definire queste “regioni” – ha spiegato il deputato del PLR Kurt Fluri.
A suo dire, un aumento dei Consiglieri federali nuocerebbe alla collegialità.

(Fonte : Le Matin.ch)