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Un americano è stato ucciso martedì e un altro è stato ferito durante un attacco al consolato statunitense a Bengasi, in Libia. L’attacco è stato scatenato dalla proiezione di un film giudicato offensivo per la religione islamica.

Anche migliaia di egiziani, in maggioranza salafisti, avevano manifestato martedì di fronte all’ambasciata statunitense al Cairo, per protestare contro la pellicola, intitolata “Innocence of Muslims”, l’innocenza ei musulmani.
Si tratta di un film del registra israelo-statunitense Sam Bacile, per il quale “l’Islam è un cancro”, stando a quanto scrive il Wall Street Journal.
La pellicola aveva ricevuto il sostegno del controverso pastore americano Terry Jones, che lo scorso anno aveva suscitato vive polemiche per le copie del Corano che aveva bruciato pubblicamente.

A Bengasi, in Libia, decine di manifestanti hanno attaccato il consolato statunitense e vi hanno appiccato il fuoco. Violenti scontri hanno avuto luogo tra le forze di polizia e uomini armati. Secondo testimoni, tra i manifestanti si trovavano numerosi salafisti.

La Segretaria di Stato americana Hillary Clinton ha deplorato la morte del funzionario del consolato e ha dichiarato che “si è cercato di giustificare questo comportamento brutale presentandolo come una risposta a elementi provocatori diffusi su Internet.”
“Gli Stati Uniti deplorano ogni tentativo di denigrare la fede religiosa altrui – ha proseguito – Il nostro impegno per la tolleranza religiosa risale agli albori della nostra nazione. Nulla però può giustificare quanto accaduto a Bengasi”.
La Clinton ha indicato di aver incontrato il presidente dell’Assemblea nazionale libica Mohamed al-Megaryef, e di aver discusso sulla maniera di avere maggiore protezione per i funzionari statunitensi che lavorano nel paese nord africano.

Il Congresso generale libico, la più alta autorità politica del paese, ha espresso indignazione e ha condannato l’attacco criminale al consolato di Bengasi. Ha annunciato l’apertura di un’indagine, precisando che il presidente del Congresso ha indetto una riunione urgente con il governo per discutere al riguardo.
Considerata un feudo del movimento salafista, la città di Bengasi da mesi è colpita dall’aumento di episodi di violenza contro gli occidentali e dall’uccisione di ufficiali dell’esercito e della sicurezza.