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Chi è il misterioso regista che si nasconde dietro lo pseudonimo Sam Bacile, che ha realizzato la bomba anti-Islam “Innocence of Muslims” e che da un paio di giorni vivrebbe nascosto per il timore di essere ucciso?
Dal quotidiano francese Le Monde
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“Quali sono gli attori e i gruppi – si legge nell’articolo – che si nascondono dietro la produzione e la diffusione del telefilm?
Dalle prime ore di mercoledì le zone d’ombra e le rivelazioni si succedono e si moltiplicano sulla genesi del film che da inizio settimana sta incendiando il mondo islamico.
I media americani si sono lanciati nella caccia all’uomo per ritrovare il misterioso Sam Bacile, colui che ancora martedì si presentava alla stampa come il produttore della pellicola. E che da mercoledì sarebbe irreperibile, nascosto chissà dove per il timore di essere ucciso.

L’uomo che martedì si era presentato al Wall Street Journal e all’Associated Press come il regista e produttore del film anti-Islam sembra non esistere, perlomeno non nei termini con cui si è presentato alla stampa.
L’uomo si era presentato con il nome di Sam Bacile, promotore immobiliare israelo-americano di 54 anni. Nella scheda tecnica del telefilm appare il nome di Sam Bassiel. Il nome del produttore è Alan Roberts.
Cindy Lee Garcia, un’attrice che ha avuto un ruolo nel film, ha dichiarato oggi all’agenzia Reuters che il produttore, che lei chiama Sam Bassil, è un uomo di una certa età, con capelli grigi, con un’accento straniero, che l’ha pagata con uno cheque.

In un’intervista al giornale The Atlantico, Steve Klein, consulente della produzione, ha ammesso che il produttore non è israeliano e Sam Bacile è uno pseudonimo. Klein ha ammesso di non sapere il suo vero nome. Lo avrebbe incontrato un’unica volta e per poco tempo.
Ha comunque messo la stampa sulla pista dei copti egiziani che vivono negli Stati Uniti, precisando che alcuni membri della famiglia di Bacile che vivono in Egitto da mercoledì si nascondono, per il timore di rappresaglie.
Mercoledì sera l’agenzia Associated Press ha trovato un copto egiziano che vive alla periferia di Los Angeles, Nakoula Basseley, che ha confermato di essere il responsabile della società di produzione del telefilm. Ha negato di essere il produttore del film e ha ammesso di conoscere Sam Bacile.
Nakoula Basseley ha avuto problemi con la giustizia, condannato nel 2010 a 21 mesi di carcere per frode bancaria. Nel dossier giudiziario visionato da Associated Press risulta che in passato l’uomo ha usato degli pseudonimi, tra cui Nicola Bacily e Erwin Salameh.
Martedì, alla stampa Bacile aveva assicurato di aver ricevuto cinque milioni di dollari da un centinaio di donatori ebrei per realizzare il film. Un’informazione che non sarebbe vera. I media americani hanno anche messo in dubbio il fatto che il film – piuttosto grezzo – sia stato realizzato facendo ricorso a tanti soldi.

Alla stampa Sam Bacile aveva anche detto di aver lavorato con 60 attori e 45 tecnici. Mercoledì, all’indomani del devastante attacco all’ambasciata americana di Bengasi, l’equipe del film aveva rilasciato un comunicato nel Los Angeles Times : “Tutti gli attori e tutta l’equipe sono sconvolti e hanno l’impressione di essere stati sfruttati dal produttore. Siamo al 100% contro questo film e siamo stati indotti in errore sulle sue intenzioni e sui suoi obiettivi. Siamo scioccati dalla completa rielaborazione dello scenario e dalle menzogne proferite a tutte le persone coinvolte. Siamo profondamente rattristati dalla tragedia accaduta in Libia.”
Gli attori ignoravano che il film volesse essere una propaganda anti-musulmana e assicurano che i dialoghi sono stati doppiati dopo le riprese.
Il film era stato presentato loro come una pellicola storica realizzata con un budget modesto, la cui trama si svolgeva nel deserto dell’Arabia. In nessun momento era stato fatto riferimento al nome di Maometto.”