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Un rapporto australiano chiede ai soldati di non fidarsi dei Social network, dove dietro il profilo di una bella donna spesso si nasconde un guerrigliero del campo avverso. Stesso genere di allarme tra le forze armate francesi.

In un recente rapporto, il governo australiano nota come i talebani afghani creino falsi profili su Facebook usando fotografie di belle donne. Cercano di aggiungere i soldati alla lista degli amici, con l’intendo di sedurli e carpire informazioni confidenziali.
Una tecnica sperimentata anche in Israele dai militanti di Hezbollah. Altri insorti preferiscono usurpare l’identità di persone vicine ai soldati, confidando nel fatto che molti sono incapaci di riconoscere i falsi profili.

Un altro fattore che preoccupa le forze armate è la geolocalizzazione. In tutti i messaggi Facebook o Twitter la situazione geografica dell’autore viene precisata se il proprietario dell’account non toglie l’opzione.
“Troppo spesso vedo soldati che postano informazioni o fotografie che permettono di identificarli chiaramente, di sapere a quale unità appartengono e dove si trovano – commenta Peter Hannay, esperto di sicurezza informatica – Chiunque può recuperare e rivendere questi dati sensibili.”

Cosciente dei rischi, l’esercito australiano pubblicherà in dicembre una guida di condotta per i Social network. In Francia simili istruzioni già esistono e nei reggimenti si seguono corsi informativi al riguardo.
Malgrado questo, recenti incidenti tra i soldati francesi mostrano leggerezza e una scarsità di attenzione. Nel febbraio 2011, ad esempio, un soldato scriveva su Facebook : “Domenica parto per la Libia”, allorchè l’annuncio dell’offensiva della coalizione occidentale contro il colonnello Muammar Gheddafi non era ancora stata annunciata ufficialmente.

(Fonte : Le Figaro.fr)