L’importanza del reciproco rispetto tra i sessi

In un precedente articolo avevo segnalato la protesta delle donne tunisine a seguito della nuova costituzione, che vuole attribuire loro un ruolo non paritetico, ma “complementare” a quello degli uomini. Oggi in un paese membro dell’Unione Europea (l’Ungheria) la maggioranza nazionalista-populista nel parlamento ha impedito che la violenza contro le donne in famiglia sia sanzionata dal codice penale.

Come medico, nelle diverse funzioni : giovane assistente di pronto soccorso, primario, direttore sanitario di un nosocomio e presidente dell’ordine dei medici ho purtroppo avuto occasione di affrontare la problematica della violenza tra le mura domestiche. Una problematica complessa, fino alla metà dello scorso secolo considerata un “legittimo strumento di correzione all’interno della relazione tra moglie e marito”, ma per la quale, anche quando la “legittimazione” è venuta meno, è rimasta in molte culture l’erronea convinzione che si tratti di una “questione privata”. Stando ad alcuni studi anche le violenze domestiche che le donne infliggono agli uomini, mariti o figli maschi, sono purtroppo numericamente rilevanti.

In una società come la nostra, confrontata a sempre più gravi problemi economici e sociali, l’auspicio è che il genere maschile e quello femminile siano partner degli stessi progetti : il contrario rischia di diventare la classica “guerra tra poveri”.Machismo e femminismo esasperato non possono essere considerate ricette vincenti.


Gendericidio, una nuova parola

I successi economici dell’India sono indubbi. Se agli inizi degli anni settanta il PIL pakistano era quasi il doppio di quello indiano ora i parametri si sono invertiti e negli ultimi 20 anni oltre 100 milioni di indiani sono statisticamente entrati a fare parte della classe media. Purtroppo secondo le statistiche il numero degli uomini supera quello delle donne di quaranta milioni e questo in quanto circa 50’000 feti femminili vengono sottoposti ad una interruzione di gravidanza ogni mese. La ragione primaria di questa esecrabile pratica è nell’esigenza di fornire una dote alle figlie femmine, altre al prestigio legato al sesso maschile. Ciò che più sorprende è che la pratica di aborto legato al sesso femminile sia particolarmente diffusa nella classe media e medio alta, proprio quella fascia sociale che viene ritenuta la colonna portante dello sviluppo economico indiano e che negli ultimi vent’anni è aumentata di oltre 100 milioni di indiani usciti dalla povertà.

L’impatto macroeconomico di una simile discrepanza basata sul genere non deve essere sottovalutato , in quanto priva la società dell’indotto diretto ed indiretto del lavoro della donna e penalizza la struttura demografica. Ancora più importanti sono però le considerazioni di ordine etico e morale. La diffusione di apparecchiature ecografiche a costi sempre più ridotti e di conseguenza di esami ecografici è coincisa con l’aumento delle interruzioni di gravidanza legate al sesso. Il problema è talmente grave, che non solo l’interruzione di gravidanza basata sul sesso, ma anche la sola determinazione del sesso del feto tramite ecografia in India è considerato un reato perseguibile penalmente.

Conseguentemente alla mancanza di medici ed in particolare di medici specializzati in ecografia in India da anni viene formato personale paramedico. Questi corsi di formazione di per se lodevoli e qualitativamente eccellenti, nello specifico comportano una maggiore difficoltà di controllare il problema degli esami per determinare il sesso a scopo di interrompere la gravidanza in caso di feto di genere femminile. Inoltre le grandi differenze salariali spingono molti professionisti ad offrire esami ecografici a prezzi ridotti ed un esame clandestino arriva spesso a costare meno di dieci Dollari. Non si deve pensare che la soluzione del problema avvenga parallelamente all’aumento del benessere economico, in quanto come detto è particolarmente diffuso nella classe media.

Guido Robotti, medico, membro del consiglio direttivo di AreaLiberale

Nota. Il secondo articolo è già stato pubblicato su laRegione Ticino.