All’inizio degli anni 1990, quando un’ondata di violenza neonazista aveva scosso la Germania, le autorità tedesche avevano temporeggiato, argomentando che si trattava di piccoli gruppi di esaltati isolati, giovani disoccupati della Germania dell’Est sconvolti dalla caduta del Muro di Berlino.

Oggi il discorso è cambiato, scrive il quotidiano francese L’Express : “Stando a un documento riservato dello scorso luglio, citato di recente da Der Spiegel, l’Ufficio criminale federale tedesco, il BKA, considera importante il pericolo del terrorismo di estrema destra.
Non solo i rischi di aggressione verso gli stranieri, verso luoghi o istituzioni ebraiche sono elevati, ma non vanno esclusi attentati contro rappresentanti della Repubblica federale, politici, funzionari di polizia o personaggi pubblici.

Questo cambiamento di direzione si spiega con una vicenda che scuote da circa un anno la vita politica tedesca : gli omicidi a sfondo razziale commessi verosimilmente da tre giovani tedeschi dell’Est.
Beate Zschäpe, Uwe Mundlos e Uwe Böhnhardt avevano creato una cellula terrorista dal nome Nationalsozialistischer Untergrund e sono sospettati della morte di dieci persone, tra il 2000 e il 2006.
Passati alla clandestinità nel 1998, hanno ucciso a sangue freddo otto commercianti turchi e un greco e una poliziotta tedesca.
Uwe Mundlos e Uwe Böhnhardt si sono uccisi il 4 novembre 2011 prima che la polizia li arrestasse a seguito di una rapina andata male, mentre Beate Zschäpe si trova in carcere.

Come è stato possibile che i tre passassero inosservati in un ambiente di estrema destra conosciuto per essere colmo di infiltrati dei servizi d’informazione tedeschi?
La questione che agita l’opinione pubblica da un anno oggi vira allo scandalo, perché il numero delle incongruenze che hanno impedito l’arresto del trio sono talmente numerose che non possono essere considerate frutto del caso.
Informazioni importanti prese alla leggera, documenti non trasmessi o andati distrutti, indagini approssimative, fanno nascere l’idea che la Cellula di Zwickau, come erano chiamati i tre giovani, abbia beneficiato dell’impunità dei diversi servizi d’informazione, sia per incompetenza, sia a causa di lotte interne.
Sino ad oggi quattro responsabili di questi servizi, a livello regionale e federale, hanno rassegnato le dimissioni o sono stati licenziati, ma la vicenda è appena iniziata. Affaire à suivre.”

Beate Zschäpede, Uwe Böhnhardt e Uwe Mundlos