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La discussione attorno alla partecipazione della Svizzera all’esposizione universale di Milano prevista nel 2015 comincia ad accendersi, in particolare per il grosso punto interrogativo che pende sulla manifestazione, ben lontana dalla certezza di svolgersi.

Il Consiglio nazionale ha approvato quale prima Camera il credito di 23.1 milioni di franchi (di cui 8 dovrebbero essere coperti da sponsor, Cantoni e città) per la partecipazione della Svizzera all’Expo 2015. Finora, sono stati spesi circa 700’000 franchi del credito per i lavori preparatori approvato dal Consiglio federale nel 2010. Personalmente non ho nascosto il mio scetticismo, dovuto a diversi fattori e avvenimenti degli ultimi mesi.
Innanzitutto, alcuni mesi fa il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, in contrasto col presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni e col governo di Roma, si è dimesso da commissario straordinario di Expo 2015 rilevando un’attenzione insufficiente per l’evento.
Nonostante il reintegro nell’incarico, dopo aver ricevuto più poteri da parte del premier Mario Monti, la continuità del suo incarico è tutt’altro che sicura, siccome il governo italiano, è ormai come uno yogurt, ovvero con la data di scadenza fissata entro sei mesi.
Non è per nulla scontato che il nuovo governo rinnovi gli stessi poteri a Pisapia e che questi porti avanti il progetto.
Anche il delegato ticinese per Expo 2015, avv. Luigi Pedrazzini, ha espresso molta preoccupazione di fronte a tali avvenimenti.

Per questi motivi, già durante la sessione estiva delle Camere ho depositato un’interpellanza al Consiglio federale chiedendo in che modo intende monitorare la situazione ed evitare che la Svizzera prenda parte ad un avvenimento destinato ad una pericolosa involuzione.
Nella sua risposta, il governo indica che Presenza Svizzera, organo incaricato del progetto, mantiene contatti constanti con il console generale e farà inserire una clausola che prevede, in caso di annullamento o modifica sostanziale dell’Expo, di modificare o annullare un suo progetto.
Nonostante tali rassicurazioni, la situazione attuale appare tutt’altro che rosea e anche i 95 paesi interessati a partecipare all’esposizione rimangono su posizioni attendiste, fatta eccezione della Svizzera, che come al solito vuole giocare il ruolo della prima della classe ed ha già confermato la sua partecipazione.
A fronte dell’incertezza che regna attorno all’evento, nella discussione in Consiglio nazionale ho quindi scelto di astenermi dal voto, in attesa di maggiori certezze sullo svolgimento della manifestazione.

Pierre Rusconi
Consigliere nazionale UDC TI