Mercoledì ha preso avvio l’atteso dibattito al Consiglio Nazionale sulla politica agricola 2014-17. Un cantiere sempre aperto quello del settore agricolo, uno dei più regolamentati a livello di leggi, ordinanze e regolamenti. E, a proposito di cantieri, per comprendere quale sia la strada da prendere (o da non prendere) in campo agricolo, può essere utile analizzare cosa sta succedendo nell’edilizia.

Oggi, grazie ai bassi tassi di interesse, il mattone “tira di brutto”, come si dice in gergo. In realtà, però, se in passato un impresa costruiva un edificio dalla A alla Z, oggi, sempre più spesso, si assiste all’edificazione di case prefabbricate.
Il lavoro dell’impresa del posto si limita in pratica alla preparazione di una platea su cui sorgerà un edificio trasportato con grossi camion a targa quasi sempre straniera (come del resto la manodopera che assembla questi prefabbricati).
A livello di costo finale per il cliente non è che ci siano grosse differenze. Però in definitiva gran parte del valore aggiunto legato alle costruzioni prefabbricate varca i nostri confini. Invece, con l’edificazione “tradizionale”, con i mattoni per intenderci, l’indotto è quasi completamente locale.

È lecito dunque chiedersi se chi opera nel settore edile non stia tagliandosi il classico ramo sul quale è seduto. Ma cosa c’entra questo discorso con la nostra agricoltura e col dibattito parlamentare sulla politica agricola 2014-17?
È semplice: i parlamentari dovranno decidere se vorranno un’agricoltura produttiva in Svizzera oppure se vorranno dirigerla verso compiti di sola gestione del territorio, aumentando però la nostra dipendenza alimentare dall’estero.
In altre parole, la scelta è fra casa tradizionale e prefabbricato; fra prodotti agricoli e indotti locali, sicuri e genuini, e prodotti esteri a minor prezzo, ma che lasciano solo le briciole a livello di indotto. Un nodo cruciale, anche perché la nostra agricoltura, che oggi assicura al paese un grado di approvvigionamento in derrate alimentari di circa il 55%, è un settore non del tutto trascurabile per la nostra economia.
Si calcola che l’agricoltura concorre per circa 10 miliardi di franchi al PIL svizzero. I primi risultati del dibattito parlamentare lasciano ben sperare che si trovi il giusto equilibrio affinché l’agricoltura possa continuare a svolgere i compiti conferitigli dalla nostra costituzione, in primis la produzione di derrate alimentari di qualità.
Lo conferma anche l’opinione del deputato Marco Romano che sul GdP ha commentato l’avvio del dibattito parlamentare. È importante che i parlamentari sentano la grande responsabilità che incombe su di loro nell’adottare le giuste scelte. E il momento economico è troppo delicato per sbagliare strada.

Giovanni Berardi – Presidente di Agrifutura