Tullio Righinetti è stato per moltissimi anni granconsigliere PLR. Oggi (sostanzialmente dopo il duro scontro del 2007) egli ha assunto una posizione assai critica nei confronti del partito e si trova ad essere uno dei leader riconosciuti di Idea Liberale. Anche all’amico Tullio toccano le domande di prammatica, come a tutti gli altri (solo al presidente azzurro Jelmini sono state poste domande… opportunamente ritoccate).


Ticinolive Lo schema sembrava sicuro.
— Al primo turno viene eliminato Morisoli.
— Al secondo Pini, incamerando il grosso dei voti di Morisoli, batte Cattaneo.
Ero in sala poco prima della proclamazione del risultato. Tutti, anche a destra, davano vincente Pini. Ma ha vinto Cattaneo. Come mai?


Tullio Righinetti La scelta su tre candidati è stata presentata come un grande atto di democrazia. La considero invece una debolezza strutturale del partito e dei suoi vertici. Non avrei scommesso per nessuno dei tre. Nella marcia di avvicinamento non ho sentito parlare di politica vera: fiscalità, moltiplicatore cantonale, preventivi rossi e consuntivi neri, ecc. Nessuno voleva sbilanciarsi, i dibattiti sono stati molto piatti. I termini liberale e radicale separati non sono mai stati pronunciati, quasi non esistessero.

Quanto ha pesato in favore di Rocco Cattaneo il fatto che egli fosse il candidato indicato dalla sezione PLR di Lugano? Quanto ha pesato contro Nicola Pini la vicenda FoxTown?
TR Morisoli era di gran lunga il più politico. Egli ha scelto un profilo basso piazzandosi al “centro”, oramai il limbo della politica in un mondo polarizzato. Nicola Pini è stato brillante nei suoi interventi. Un po’ meno un suo amico giovane che voleva “rottamare” la vecchia dirigenza, quella che stava dandogli una mano. L’appoggio impegnato degli amici radicali ha fallito, il caso FoxTown troppo fresco e il sostegno istituzionale in un momento poco gettonato per il DFE, gli hanno giocato contro, suo malgrado. Rocco Cattaneo, indicato sia da Lugano che da Mendrisio, ha beneficiato di questo importante appoggio e soprattutto è risultato il candidato dell’ala moderata liberale sottocenerina, senza dimenticare il suo legame con l’economia e il turismo. Qualcuno afferma che anche il mondo cattolico abbia fatto la sua parte.

Per una volta ha vinto la “destra” del partito? È vero o è un’illusione ottica?
TR È vero. Ha vinto la destra del partito anche se un esame più profondo andrebbe fatto. La poca soddisfazione, ancorchè mascherata, dei grandi strateghi radicali di lungo corso è apparsa evidente.

Il PLR del 22 settembre 2012 quanto è diverso dal PLR del 10 aprile 2011?
TR Diverso lo è di certo. Per dire quanto, bisognerà attendere.

La presidenza Cattaneo saprà recuperare al partito quella parte di consenso di destra liberale che era andato perduto?
TR Vedremo. Dipenderà dalla squadra che il nuovo Presidente saprà mettere assieme e forse ancora di più dai salotti politici che lo consiglieranno.

Il partito ha superato il suo momento più critico e, sulla via del recupero, si avvia a riconquistare il primato?
TR Il PLRT ha raggiunto un momento molto critico della sua storia. Se ha toccato il fondo lo si vedrà, in tal caso non potrà che risalire. La cosa dipenderà molto dal nuovo Presidente e da chi lo aiuterà nel difficile compito. Ma il PLRT non è solo nell’arena politica. Come si comporterà la Lega? Per dire del futuro del PLRT, e penso in particolare a Lugano, dipenderà anche dalla capacità politica di Bignasca di reinventarsi.