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Secondo talune interpretazioni, i Maya annunciavano la fine del mondo per il 21 dicembre 2012.
Mancano poche settimane al compimento della presunta profezia. Possiamo dire – se la profezia non si avvera – che i Maya si erano sbagliati?
La risposta dipende dalla domanda “a quale mondo si riferivano?”


Dal portale d’informazione The Huffington Post.fr.

Le crisi
Stando alla profezia Maya, il mondo avrebbe iniziato ad avviarsi verso la fine 5 anni prima dell’apocalisse. Più o meno è vero : nel settembre 2008 il sistema finanziario mondiale era esploso e da allora l’economia e la finanza a livello mondiale sono in continuo declino.
La crisi immobiliare che nel settembre 2008 era esplosa negli Stati Uniti aveva lasciato tutti interdetti, per la sua gravità e per le sue implicazioni.

La crisi immobiliare aveva provocato la crisi bancaria, che aveva portato alla crisi finanziaria, che era sfociata nella crisi economica, la quale aveva generato la crisi nel mondo del lavoro, che aveva aggravato la crisi demografica, la quale aveva reso ancor più pesante la crisi alimentare, conseguenza della trasformazione degli alimenti come soja, grano, frumento in combustibile.
Tutto questo aveva causato la crisi del capitalismo mondiale, con la conseguente recessione e una contrazione dei mercati che oggi tiene molti paesi sull’orlo del baratro.

La morte del sistema
L’Europa è vicina alla bancarotta e lo stesso vale per gli Stati Uniti. Le azioni dei governi creano maggiore recessione, disoccupazione e malcontento tra la popolazione.
L’aumento delle imposte per rimborsare debiti pubblici astronomici strozza le imprese e i cittadini scendono a manifestare nelle strade contro un sistema che non dà più risposte. E’ una lotta contro la morte, cambiare il sistema oppure morire cercando di cambiarlo.

La fine del mondo della speculazione
Questi tempi difficili dovrebbero far capire che è venuto il tempo dell’economia reale, dei soldi reali, degli investimenti reali, che si deve chiudere con gli investimenti speculativi perchè si è giunti alla fine del mondo speculativo, dove il regno della speculazione crea le crisi più insostenibili.
L’unica uscita visibile da questa fine del mondo è regolamentare la speculazione finanziaria, dove chi acquista azioni e fondi pensione non possa venderli prima di un anno.
Questo semplice fatto trasformerebbe il mercato speculativo in un mercato creatore di impieghi, inclusivo, dove il lungo termine creerebbe una fonte di lavoro e dove i retaggi speculativi legali e illegali scomparirebbero spontaneamente.