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Tutta la nostra solidarietà ad Alessandro Sallusti, direttore del Giornale.
L’idea che un articolo su un quotidiano possa essere combattuto con la galera è stupida, prima ancora che ignobile
.

E il fatto che ci sia una legge che lo prevede non cambia nulla. Esistono anche le leggi sbagliate che vanno combattute e cambiate.
Ma vorrei andare avanti. Sallusti ha avuto tonnellate di solidarietà. Ma non è la prima volta che si parla di carcere per un giornalista. Anzi, qualche giornalista in carcere ci è andato già. Per non parlare delle condanne pecuniarie. Centinaia di migliaia di euro.
Personalmente, dovesse capitare a me non avrei dubbi : meglio la galera, comunque è un’esperienza interessante per capire una vita che molti vivono.
Andare in galera per aver fatto il proprio mestiere in ogni caso non compromette l’immagine. Un mio amico giornalista ci è finito e oggi vive tranquillamente la propria rispettabile vita stimato da tutti.

Il guaio per i giornalisti è essere colpiti sui soldi. Spesso si viene condannati a pagare cifre corrispondenti al proprio stipendio di un anno. Non ce lo possiamo permettere. Ed è singolare, anzi no, è comprensibilissimo che la politica, pur potendolo fare, non abbia mai messo mano a una riforma di tutte le leggi liberticide che imbrigliano il nostro mestiere.
Per questo rinnovo la mia solidarietà al collega Sallusti. In attesa che esibisca tutti gli articoli scritti (ce ne saranno, sono sicuro, tantissimi) per combattere le leggi che colpiscono lui.

Claudio Sabelli Fioretti

– pubblicato su Io Donna, settimanale del Corriere della Sera, il 6 ottobre 2012 – per gentile concessione dell’autore