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Buona parte delle armi che tramite il supporto degli Stati Uniti giungono ai ribelli siriani per sostenerli nel loro tentativo di rovesciare il regime di Bachar al-Assad finisce nelle mani dei guerriglieri islamici. Lo scrive il quotidiano americano New York Times.

“Questo fatto – si legge nell’articolo – è noto al presidente Obama e ad altri responsabili di alto rango e pone la questione di sapere se la strategia d’intervento minimo e indiretto della Casa Bianca nel conflitto siriano raggiunge l’obiettivo – che è aiutare l’opposizione che si batte per la democrazia – oppure se sta seminando le basi per future insurrezioni ostili agli Stati Uniti.”

La situazione ricorda quella dell’Afghanistan durante la Guerra fredda, dove l’invio di materiale bellico e di soldati stranieri ai guerriglieri afghani aveva dato luogo a un ritorno sulla scena di personaggi ambiziosi come Osama bin Laden.
Gli Stati Uniti non mandano direttamente le armi ai ribelli siriani, ma forniscono sostegno per l’invio di materiale da guerra, il cui trasporto è organizzato principalmente dall’Arabia Saudita e dal Qatar.

I responsabili americani cercano di capire perchè gli islamisti ricevano una tale quantità di armi destinate all’opposizione siriana.
“I gruppi dell’opposizione a cui giunge gran parte degli aiuti sono proprio quelli che non vorremmo veder ricevere armi – ha dichiarato un ufficiale americano coperto dall’anonimato.
Una parte del problema sta nella mancanza di organizzazione e di trasparenza dei trasferimenti delle armi. Non c’è un ufficio che controlla il carico di materiale e nessun mezzo efficace per controllare i gruppi che le ricevono.”