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Tre nuovi pianeti sono stati identificati in queste ultime settimane : uno coperto di diamanti, un altro circondato da quattro soli e uno che malgrado la sua temperatura sia vicina ai 1200°C assomiglia molto alla Terra.

Sul portale d’informazione Atlantico.fr, lo scienziato francese François Forget spiega questa incredibile serie di scoperte ravvicinate.

“Questi tre pianeti sono stati mediatizzati a causa della loro natura molto particolare – spiega Forget – e del breve lasso di tempo che è intercorso tra le diverse scoperte.
In realtà, nel mondo scientifico vi sono scoperte molto regolari che rimangono sconosciute al grande pubblico.
Un certo numero di miglioramenti scientifici ha permesso di aumentare il ritmo di queste scoperte astronomiche. Il telescopio spaziale americano Keplero scruta circa 150’000 stelle per trovare eventuali pianeti che gravitano attorno.
L’idea è di osservare il passaggio dei pianeti davanti alle stelle. Si osservano migliaia di “candidati –esopianeti” di cui circa il 15% sono artefatti.
Per confermare lo statuto di esopianeta (un pianeta non appartenente al sistema solare, ndr) di questi corpi, la squadra di Keplero utilizza un secondo metodo che si chiama velocità radiale : si osserva una stella per vedere se viene perturbata dalla presenza di pianeti vicini.
Tutto era iniziato nel 1995, quando un’equipe di scienziati francesi e svizzeri avevano scoperto il primo pianeta extra solare.
In seguito si è identificato in numero sempre maggiore grazie allo spettroscopio Harps, che è la superstar europea del settore. E’ un progetto franco-svizzero installato su un telescopio gigante in Cile, dove l’atmosfera è particolarmente chiara.

Il pianeta circondato da quatto soli è stato scoperto da astronomi amatoriali. Va capito che il telescopio spaziale Keplero osserva 150’000 stelle e i ricercatori che lavorano al progetto non riescono a osservare e confermare “manualmente” lo statuto di pianeta di ogni “candidato”.
Tutte queste stelle sono sorvegliate e classificate tramite programmi informatici. Gli scienziati hanno deciso di avviare il programma “planet hunters”, cacciatori di pianeti, un database con il quale chi è appassionato di astronomia può provare – seguendo una data metodologia – a verificare quello che scienziati e programmi astronomici potrebbero non aver visto.”