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Membro dell’UDC e del comitato dell’ASNI, l’Azione per una Svizzera neutrale e indipendente, il vodese Kevin Grangier argomenta il ricorso al Tribunale federale contro la bocciatura del referendum sugli accordi fiscali.

“Il grosso del lavoro è stato svolto e i fatti sono incontestabili – commenta Grangier sul portale del quotidiano romando Le Matin – Malgrado tutto e malgrado gli errori imputabili ai comuni, vi sono state 50’000 persone che hanno firmato a favore del voto sugli accordi fiscali, soprattutto quelli con la Germania.”
Per Kevin Grangier è evidente che il Tribunale federale deve intervenire contro la bocciatura, ad opera della Cancelleria federale, delle firme raccolte per combattere gli accordi fiscali, con Germania, Austria e Gran Bretagna.

“Politicamente – prosegue Grangier su Le Matin – vi sono poche possibilità che la Cancelleria ritorni sulla sua decisione, ma è importante farsi sentire.
Nel peggiore dei casi, il nostro ricorso al Tribunale federale permetterà di migliorare la procedura di conteggio delle firme. Sapevamo che è un problema ricorrente e questa volta ha avuto un’importanza capitale.”
In effetti, vi è talvolta confusione tra il termine della raccolta delle firme e il termine della loro convalida.
Lo scorso aprile anche il PLR aveva fallito nel raccogliere le 100’000 firme necessarie per la sua iniziativa “Stop alla burocrazia!”.

La Cancelleria federale deve ancora confermare la sua decisione riguardo al referendum dell’ASNI. L’invio in ritardo da parte di diversi comuni (tra cui Ginevra) ha penalizzato il referendum dell’associazione, con 2’800 firme mancanti.