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Mauro Bettazza e Chiara Ongaro Pescioli, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Aigt, l’Associazione industrie dei graniti, marmi e pietre naturali del Ticino, si esprimono sul quotidiano La Regione di sabato 27 ottobre sulla vicenda del “granito portoghese” a Carasso.

Qui di seguito alcuni passaggi del loro intervento.

“L’Aigt ha deciso di prendere posizione per fare chiarezza sulla vicenda dei dadi in pietra naturale di Carasso.
… L’appalto in questione riguarda il rifacimento del campo stradale di via Mezzavilla a Bellinzona-Carasso nell’ambito dei lavori per l’Acquedotto intercomunale di Bellinzona e dintorni.
Committente è il Comune di Bellinzona, … che esegue anche la direzione lavori. Il capitolato era destinato alle imprese di costruzione e di pavimentazione; il fornitore di pietra naturale era da considerare come un subappaltante…
Secondo la Legge sulle commesse pubbliche e il relativo Regolamento, l’impresa deliberataria doveva presentare, oltre alle proprie dichiarazioni di rispetto degli oneri sociali, del Contratto collettivo e del pagamento delle imposte, le stesse dichiarazioni riferite al proprio fornitore.

Si suppone che l’impresa Cpa Sa di Lugano (amministratrice unica Roberta Pantani Tettamanti) così abbia fatto, visto che è risultata deliberataria del lotto.
Nel corso del mese di luglio 2012, al momento della posa della pavimentazione, sulla via Mezzavilla sono stati portati dei dadi di materiale estero che non corrispondevano alla misura prescritta dal capitolato.
La cosa è stata immediatamente segnalata al Municipio di Bellinzona, con invito a voler procedere alle necessarie verifiche. Dopo l’interruzione dei lavori per chiarimenti durata mezza giornata, i dadi sono stati posati e il lavoro è stato portato a termine.

Ora naturalmente, dopo le interrogazioni del gruppo Ppd in Consiglio comunale, il Municipio ha dovuto ammettere che i dadi sono errati poiché non rispettano la prescritta classe di sollecitazione e che il fornitore della pietra portoghese è una ditta del Comasco, che con ogni probabilità non è mai stata in grado di produrre le certificazioni richieste dalla Legge cantonale.
… Questa vicenda, come tante altre in precedenza, dimostra la mancanza di controllo sull’esecuzione dei lavori pubblici e l’incapacità degli uffici preposti di reagire alle giustificate segnalazioni.
Ci si chiede se abbia ancora senso progettare un’opera pubblica secondo determinate regole di costruzione e poi non controllare che tali regole vengano anche rispettate!”