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Da un articolo del 14 ottobre scorso : “Il Tages Anzeiger scrive che UBS potrebbe sopprimere sino a 10’000 posti di lavoro a livello mondiale. Anche la Svizzera verrebbe toccata.
La notizia ha irritato non poco Sergio Ermotti, presidente della direzione generale di UBS, che ha tacciato di irresponsabili i funzionari di UBS che hanno dato alla stampa notizie confidenziali.
Ermotti ha trasmesso ai collaboratori in Svizzera una missiva dove chiede di non dar credito a quanto riportato dai media…”
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Martedì 30 ottobre UBS ha confermato la soppressione di 10’000 posti di lavoro, che saranno cancellati entro i prossimi tre anni. Di questi, 2’500 riguardano le sedi in Svizzera.
Tra gli impiegati della banca regna grande preoccupazione
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Dal portale del quotidiano romando Le Matin la testimonianza di un collaboratore di UBS che, malgrado il divieto imposto dalla banca di rilasciare dichiarazioni ai media, esprime – coperto dall’anonimato – paura e sconcerto.

“Ernst D.*(il nome è noto alla redazione del quotidiano romando), 45 anni – si legge nell’articolo – domiciliato nel canton Zurigo, lavora da oltre 15 anni per UBS.
Come i suoi colleghi ha saputo la notizia martedì mattina, di buon’ora : “Esattamente alle 6h45 ho ricevuto una e-mail accompagnata da un video. Abbiamo appreso la portata del disastro : quasi 10’000 impieghi soppressi nei prossimi tre anni per tutto il gruppo, di cui 2’500 in Svizzera. Nessuno con chi parlare, impossibile fare domande. Siamo annichiliti.”

L’impiegato della banca parla coperto dall’anonimato perchè le direttive sono severe. “In nessun caso abbiamo il permesso di parlare con la stampa – ha aggiunto.
Certamente licenziamenti di massa dopo le notizie apparse sui media se li aspettava. “Ma si spera sempre che il cielo vada a cadere altrove che sulla propria testa. Questa volta è l’incertezza che ci rode e questo rischia di durare fino a quanto non avremo una visione chiara di quel che ci accadrà.”

Ernst D. e altri suoi colleghi sono in stato di choc. Il zurighese sa che se verrà toccato dall’ondata di licenziamenti riciclarsi non sarà cosa facile. “Siamo coscienti che a essere colpito è il settore bancario nel suo insieme, non solamente UBS.”
Altri interpretano il comunicato della banca a loro vantaggio. “Non sappiamo nulla con certezza. Ma crediamo che a saltare sarà soprattutto il centro nevralgico : settori come l’informatica, le risorse umane o i servizi di compliance. Questo non esclude comunque che impiegati di altri settori vengano messi alla porta.”

Da parte dell’Associazione degli impiegati di banca, le condizioni di un dialogo sociale non sono riunite. “La direzione di UBS ci tiene attualmente fuori dalle procedure di consultazione – spiega Denise Chervet, segretaria centrale dell’Associazione – Proponiamo comunque delle alternative per evitare licenziamenti, come la riduzione dei bonus esagerati dei quadri e l’aiuto a trovare un nuovo posto di lavoro a chi viene licenziato.”