Dura presa di posizione dell’ASNI Ticino




La cancelleria federale rifiuta di tenere conto delle firme giunte a Berna in ritardo dopo lo scadere del termine del 27 settembre 2012 e di conseguenza ha dichiarato definitivamente falliti i tre referendum contro gli accordi fiscali con Germania, Inghilterra e Austria.

Non sono bastate le argomentazioni oggettive, supportate dai fatti, portate dall’ASNI all’attenzione della Cancelleria federale che difende l’operato di svariati Comuni svizzeri che, come neofiti alla loro prima esperienza, trasmettono i formulari usando la posta B al posto di quella prioritaria in modo tale da impedire de facto il rispetto della scadenza ufficiale della raccolta firme. Alcuni Comuni invece pensano di trasmettere i formulari usando la posta A il giorno della scadenza sperando che la Posta possa consegnare i formulari nel giro di poche ore grazie al nuovissimo impianto di teletrasporto preso in prestito da una nota serie televisiva del passato. A questi Comuni, inoltre, si aggiungono quelli più pragmatici che pensano possa essere utile trasmettere le firme mancanti il giorno dopo la scadenza pensando che la Posta possa tornare indietro nel tempo e consegnare gli invii un giorno prima di quando sono stati spediti.

Sarcasmo? Forse, ma è davvero difficile credere che 346 comuni commettano una gravissima negligenza come quella documentata e sostenuta da fatti incontrovertibili dei quali la Cancelleria federale è a conoscenza, e credere alla buona fede. Per nostra fortuna, la stessa Cancelleria federale, nella sua “lezione di democrazia” ci spiega che i termini per la raccolta delle firme per i referendum sono disciplinati chiaramente nella Costituzione federale (art. 141 Cost.) e nella legge sui diritti politici (art. 66 LDP). In ossequio alla Costituzione federale e alla legge, la Cancelleria federale non ha pertanto considerato valide le firme depositate dopo la scadenza del termine di raccolta, anche se il deposito ritardato rispetto al termine non è in alcun imputabile ai referendisti.

Al posto di sostenere la buona fede (??) dei Comuni, bisognerebbe credere molto di più alla buona fede di quei cittadini che hanno firmato i formulari per consentire al Popolo di esprimersi in votazione.

Rifiutare di conteggiare le firme di oltre 2800 cittadini che in assoluta buona fede e soprattutto nel rispetto dei termini referendari, hanno sottoscritto i relativi formulari per i referendum, sono stati oggi presi a pesci in faccia dall’amministrazione federale che dovrebbe difenderne i diritti. Mi chiedo quante volte bisognerà ancora farsi prendere a pesci in faccia, prima di scendere in piazza per far presente a chi di dovere che le volontà popolari vanno rispettate e onorate, sempre.

Ora la palla passa al Tribunale federale che dovrà esprimersi in merito, visto che l’ASNI ha già preannunciato ricorso.

Mauro Damiani, coordinatore ASNI Ticino