Mentre i combattimenti fra Israele e i diversi gruppi armati di Gaza sembrano perdere d’intensità e un cessate-il-fuoco è evocato da entrambe le parti, da più parti si moltiplicano le dichiarazioni belligeranti.
Il comandante militare Tal Russo, attivo nel sud di Israele promette di annientare la potenza di fuoco dei gruppi armati.
I suoi propositi sono riportati dal quotidiano Ha’aretz : “Colpiremo Hamas e le altre organizzazioni terroristiche a Gaza sino a che avremo distrutto tutti gli arsenali e che la vita in Israele sarà tornata alla normalità.
Abbiamo devastato i loro arsenali di missili a lunga gittata ma resta ancora molto da fare.”
The Huffington Post scrive invece che “il vice primo ministro israeliano Eli Yishai propone di distruggere tutte le infrastrutture, comprese le strade e le canalizzazioni dell’acqua. A suo dire, l’offensiva israeliana deve rimandare Gaza nel Medioevo.”
La posizione più estrema spetta però al figlio dell’ex primo ministro Ariel Sharon. Le dichiarazioni di Gilad Sharon sono riportate dal quotidiano Jerusalem Post : “Israele non fa abbastanza. Deve andare oltre, deve radere Gaza al suolo.
Il desiderio di non fare del male a civili innocenti a Gaza porterà sofferenza ai veri innocenti : gli abitanti del sud di Israele. Gli abitanti di Gaza non sono innocenti, hanno eletto Hamas e ora devono assumerne le conseguenze.
Perchè i cittadini di Gaza godo dell’immunità? […] Se i cubani attaccassero Miami, l’Avana ne subirebbe le conseguenze. E’ quel che si chiama dissuasione.
Se mi spari ti sparo. Niente giustifica il fatto che “lo Stato di Gaza” possa sparare sulle nostre città senza essere punito.
Dobbiamo radere al suolo interi quartieri di Gaza. Distruggere l’intera città. Gli americani erano andati sino in fondo con Hiroshima, i giapponesi non si arrendevano e allora hanno colpito anche Nagasaki.”
Un sondaggio di Ha’aretz mostra che l’offensiva israeliana su Gaza è sostenuta dal 84% della popolazione ebraica. Per contro, solo il 30% è favorevole a un intervento delle truppe al suolo.
L’operazione militare è positiva per il premier israeliano Benyamin Netanyahou e per il ministro della Difesa Ehud Barak.
Nei sondaggi raccolgono rispettivamente il 55% e il 52% delle preferenze, il che li piazza in ottima posizione per le prossime elezioni.