“Ancora disorientata dalla primavera araba, l’Unione europea non ha più alcun ruolo nel conflitto israelo-palestinese – scrive il giornale spagnolo El Periòdico de Catalunya – La sua influenza in una regione così vicina ai suoi confini è ai minimi storici”.

“L’escalation bellica tra Israele e la Striscia di Gaza – si legge nell’articolo – certifica la comparsa di nuovi protagonisti.
Ora l’iniziativa è nelle mani di un Egitto che non ha niente a che vedere con quello di Mubarak, di una Turchia che continua ad affermarsi come potenza regionale e di un Qatar salito da poco alla ribalta internazionale ma con sufficienti mezzi e interessi (politici, strategici e religiosi) per reclamare un ruolo di primo piano.

E l’Europa? Non c’è. nessuno l’aspetta. In passato il suo compito nel conflitto israelo-palestinese è stato quello di saldare i debiti dei palestinesi, molto spesso nei confronti degli israeliani.
Un ruolo perfettamente recitato e che in fondo risparmiava all’Unione europea preoccupazioni di altro genere.
Ora però la situazione è cambiata. In un certo senso Bruxelles è ancora disposta a pagare, ma il problema è che l’Europa ha grossi problemi a mettersi d’accordo persino per rilasciare un comunicato congiunto. Lunedì 19 novembre, mentre i ministri degli esteri stavano lavorando al documento, Regno Unito e Francia sostenevano la necessità di chiedere a Israele di non lanciare un attacco di terra.
Alla fine però il capo della diplomazia europea Catherine Ashton ha imposto il suo punto di vista, spalleggiata dalla Germania.

In primo luogo il documento condannava il lancio di razzi contro Israele, in secondo luogo difendeva il diritto dello stato ebraico a proteggere la sua popolazione e solo in terzo luogo invitava Tel-Aviv ad “agire proporzionalmente e assicurare la protezione dei civili”.
Il fatto che Gaza, la zona più densamente popolata mondo, subisca un blocco imposto da Israele non è stato nemmeno menzionato.

[…] La primavera araba ha profondamente confuso l’UE. L’Europa non ha saputo come rapportarsi al movimento democratizzante.
La stessa cosa sta accadendo in questi giorni. Oltre a firmare dichiarazioni senza senso, l’UE sta rinunciando di fatto ad avere un ruolo nella soluzione di un conflitto che si svolge a pochi chilometri di distanza.”