Responsabile della devastante marea nera che nell’aprile 2010 aveva provocato danni gravissimi nelle acque del Golfo del Messico, la compagnia petrolifera BP è stata condannata a pagare un’ammenda penale di 4.5 miliardi di dollari.

“E’ il segno che entriamo in una nuova era di sviluppo durevole – scrive sul sito d’informazione francese Les Echos Jeffrey Sachs, direttore dell’Istituto della Terra presso la Columbia University – In questa nuova era l’impunità deve far spazio alla responsabilità. Nei paesi ricchi come in quelli poveri, le grandi società devono accettare di essere responsabili delle loro azioni.

La Nigeria è il classico esempio di come le società godano di un regime di impunità in materia di inquinamento.
Da decenni, compagnie petrolifere quali Shell, ExxonMobil e Chevron estraggono il petrolio dal delta del Niger, una regione fragile sul piano ecologico, ricoperta di mangrovie, di pozze d’acqua dolce e di foreste umide, con isolette che formano una barriera costiera. Qui vivono oltre 30 milioni di persone la cui vita e la cui salute dipendono dall’ecosistema locale.
Da decenni le società petrolifere presenti nel delta bruciano gas naturale e causano incessanti fughe di petrolio. Il totale di queste fuoriuscite negli ultimi 50 anni è stimato a circa 10 milioni di barili di petrolio, due volte la vastità della marea nera del 2010 nel Golfo del Messico.

La distruzione dell’ambiente del delta si iscrive in un ambito più vasto, quello della corruzione, di imprese che lavorano di concerto con politici avidi. A questi politici versano mazzette per ottenere concessioni petrolifere, agevolazioni fiscali e insabbiamento dei danni ambientali causati.
Shell, la società estera più attiva nel delta del Niger, è stata spesso criticata a causa delle sue pratiche disastrose per l’ambiente e per la sua reticenza nel far fronte alle proprie responsabilità.
La popolazione del delta rimane nella miseria ed è vittima di malattie causate dall’inquinamento dell’aria, dell’acqua e della catena alimentare.
La legge è carente, le spedizioni clandestine ai giacimenti per rubare il petrolio contribuiscono ad aumentare le fuoriuscite massicce di petrolio, che sovente provocano esplosioni che fanno decine di morti e di feriti.”