Si è manifestata rapidissimamente l’intenzione – più che comprensibile – degli “altri” partiti politici di non lasciare tutto lo spazio e tutta l’iniziativa alla Lega. La prima idea: puntare alla problematicità e all’ineleganza della successione in Governo.
Evasivo e poco convincente il Conducator stamani a Modem (riassunto del Nano-pensiero: faremo come meglio ci garba). Povero Borradori! (si fa per dire)
Il sindacato luganese fa gola da morire ma, come tutte le cose belle, non può essere ottenuto a buon mercato.


Ho ripensato con calma all’annunciata composizione del “Tavolo di crisi” creato da Giovanna Masoni ed attestato sui blocchi di partenza proprio in questi giorni: Paolo Bernasconi, Alberto di Stefano, Meinrado Robbiani, Alberto Cotti, Massimo Tognola.
Salta all’occhio una marcata impronta anti-leghista del neocostituito consesso (con l’ineguagliabile star al centro del palcoscenico).
E forse è l’idea giusta. La candidata PLR si appresta ad affrontare con coraggio la marea leghista che, ormai euforica, è decisa a vincere a mani basse. Attenzione però, amica Giò! Il troppo stroppia. Non puoi nemmeno trasformarti nella candidata di Bel Ticino, ti pare?


Ecco una bella conferenza stampa, veramente interessante, da non mancare! Giovedì 6 dicembre, ore 11, a Palazzo civico. L’on. Angelo Jelmini e il lic. oec. Gianni Moreno faranno il punto su “100 giorni di PVP (non oso esplicitare l’acronimo, ciò che farebbe senz’altro il Mattino della domenica) a Lugano” e risponderanno alle domande dei giornalisti.
È un tema scottante, capace di suscitare qualche animosità, per il quale è facile prevedere un certo rilievo elettorale. Ci andrò – lo dico – pronto a prendere in considerazione qualsiasi argomentazione ragionevole, pronto a cambiare la mia attuale opinione, che suona: ideologico, punitivo, bizzarro.


“I falchi non fanno a metà con nessuno” scrive Hemingway in “Festa mobile”, forse non una delle sue più grandi opere ma interessante per la vivida descrizione della Parigi anni Venti. UDC luganese, che fare? Obiettivamente, la speranza di un accordo con la Lega per la conquista dell’Esecutivo era ridotta a un lumicino, che si è spento (ufficialmente) domenica a mezzogiorno e un quarto nel capannone di Pregassona. UDC, che fare? Come muoversi utilmente in questa affollata elezione, alla quale tutti vogliono partecipare?

Io direi, due cose:
— Riconoscere che l’obiettivo del seggio in Municipio è (per il momento) irraggiungibile. Mettersi (per il momento) il cuore in pace.
— Cercare realisticamente un compenso dove questo può essere ottenuto, cioè in Consiglio comunale.

Guardarsi attorno. Rompere i vecchi schemi. Parlare. C’è gente (partiti) che ha bisogno d’aiuto come del pane.