In Egitto l’appello del presidente Mohamed Morsi per un referendum il 15 dicembre – atto a legittimare la nuova Costituzione – provoca collera e sconcerto.

Il 22 novembre, Morsi aveva impedito ogni ricorso in giustizia contro le sue decisioni e contro la Commissione costituente.
Dopo la pubblicazione di questo decreto, che gli assicura poteri quasi assoluti, ecco il referendum per inserire la legge islamica, la Sharia, nella Costituzione dell’Egitto.
Al Cairo la popolazione è tornata nelle piazze come ai tempi della rivolta contro il presidente Moubarak, agli inizi del 2011; la stampa annuncia nuove e imponenti manifestazioni per martedì 4 dicembre contro il referendum costituzionale, fissato da Morsi il 15 dicembre.

Il dibattito nella stampa egiziana verte meno sul contenuto del testo quanto piuttosto sul suo significato politico.
Mohamed Al-Baradeï, liberale e Premio Nobel per la pace, su Twitter scrive che di fronte a un presidente dai poteri assoluti e nell’assenza di un potere giudiziario, il ricorso alle urne è un inganno democratico.
A confermare i timori di chi, dopo la caduta di Moubarak, aspettava i Fratelli musulmani al varco, ecco che l’articolo 2 della nuova Costituzione stipula : “i principi della Sharia sono la principale fonte della legge.”
Molti ritengono che “la principale fonte” in realtà diverrà “l’unica fonte” e che il termine “principi”, assai vago, si trasformi in un più pesante “precetti”.

“Non vi è dubbio alcuno che il referendum del 15 dicembre sulla Costituzione sarà, implicitamente, un referendum sui Fratelli musulmani e il presidente Morsi – scrive il quotidiano egiziano Al-Watan – La maggior parte di chi nel marzo 2011 aveva votato a favore della modifica della vecchia Costituzione, anche questa volta voterà a favore. Questo farà pendere la bilancia dalla parte del Sì.”

Nel giornale Al-Shorouk, Abdallah Al-Sinawi scrive : “In un colpo solo Mohamed Morsi ha perso la sua immagine di presidente rivoluzionario, perchè gli stessi rivoluzionari ora chiedono le sue dimissioni. Il suo decreto è un’offesa alla legalità e al concetto di presidente neutrale. Ha preso le parti della sua confraternita, i Fratelli musulmani. Ha aggravato le divisioni politiche con una fuga in avanti sottoforma di referendum.”

“Vergogna all’Egitto se dovesse adottare una Costituzione in simili circostanze – scrive il quotidiano Al-Tahrir, ricordando che le forze nazionali, ossia tutte le forze non islamiste, si erano ritirate dalla Commissione costituente, in segno di protesta contro il dominio dei Fratelli musulmani.

(Fonte : Courrier International.com)