Non c’è pace per il preventivo cantonale 2013, sempre più simile a una matassa difficile da sbrogliare.

Due “novità” sono emerse mercoledì pomeriggio, scrive il Corriere del Ticino nella sua edizione odierna : “La prima è un clamoroso inghippo procedurale. I servizi giuridici del Cantone hanno scoperto che non si può votare sull’entrata in materia.
Significa che non si potrà rimandare il messaggio al mittente, come avrebbero voluto Lega, PPD, Verdi e UDC.
… A detta dei giuristi, la procedura sin qui seguita è sbagliata e sostanzialmente illegale.
In pratica, il Gran Consiglio è stato in errore per decenni, senza rendersene conto.
Di qui la decisione dell’Ufficio presidenziale di correre ai ripari, nel timore che un voto negativo sull’entrata in materia possa essere impugnato con successo di fronte ad un tribunale, riportando tutto ai piedi della scala.
… La Lega ha deciso di presentare a sua volta un rapporto nel quale proporrà un preventivo meno deficitario rispetto alla versione governativa migliorata (180 milioni).

Sul tavolo ci saranno quindi la mozione d’ordine del PLRT di rimandare tutto a gennaio, la proposta del PPD di bocciare il Preventivo senza appello, quella del PS di approvarlo a determinate condizioni (in primis escludendo i tagli sul personale) e quella, appunto, della Lega.
Nessuna delle quattro però vanta una maggioranza in Gestione, essendo ciascuna firmata da quattro commissari.
Il democentrista Marco Chiesa potrebbe essere l’ago della bilancia, ma ha ribadito che non firmerà nulla.

Per il presidente Michele Foletti e per lo staff del Parlamento si apre quindi una fase molto difficile in cui si dovrà chiarire la dinamica dei lavori, perché la situazione, oltre a rappresentare una novità, è anche estremamente contorta.”