Ricordate la famosa rubrica del Candido di Guareschi “Visto da destra – Visto da sinistra”. No? Non eravate nati? Peccato per voi (o meglio: fortunati voi). Leggevo stamani su Ticinolibero – il portale che fu del compianto Bruno Maccagni e che oggi è interessante soprattutto per la puntuale attenzione che presta alle vicende della sinistra nostrana, anche minuta – un breve pezzo di commento politico alla faccenda “Tavolo di crisi” – Masoni-Bernasconi-di Stefano-eccetera. Un tipico “visto da sinistra” mormoravo tra me e me. Perché Paolo Bernasconi – s’interroga ansioso l’editorialista – sostiene Giovanna Masoni in un’operazione manifestamente pre-elettorale? (è lui che lo dice, non io)

Egli scrive precisamente questo: “Ora il fatto che l’ex procuratore pubblico Paolo Bernasconi, fondatore un anno fa (assieme a Giancarlo Nava) di “Bel Ticino” voglia sostenere per la corsa per il Municipio la liberale Giovanna Masoni è del tutto lecito e appartiene alle libertà individuali di ogni individuo. Ci mancherebbe altro. Ma non si capisce perché per sostenere un candidato che si reputa valido bisogna dar vita ad iniziative come quella del “tavolo della crisi” che hanno, secondo noi, l’unico scopo di promuovere elettoralmente Giovanna Masoni!”

A questo punto, visto che – lo dicono tutti, sarà anche vero – sono uomo “di destra”, toccherebbe a me sfoderare un “visto da destra”, per pareggiare il conto. E invero mi viene spontaneo, e il dito del pur impedito dattilografo corre facile e veloce sulla tastiera. Dunque, simmetricamente, perché Giovanna Masoni si allea (sarà giusto scrivere così? forse è troppo)… si accompagna a Paolo Bernasconi e ad Alberto di Stefano nell’abbordare una difficile campagna elettorale, che al momento appare soft ma che è destinata a farsi dura e spietata come non mai? La risposta più ovvia è: perché questi due personaggi sono le star dell’anti-leghismo, e perché la lotta a coltello sarà tra PLR e Lega (con socialisti e pipidini che non staranno a guardare e ne faranno due a testa, al grido di: la matematica è un’opinione). È un buon motivo, ragionevole, sensato. Ma la sorella minore di Marina non rischia di perdere dall’altra parte (quella dei suoi naturali sostenitori) ciò che ha guadagnato dall’una? Molti se lo domandano, e io non so rispondere. Quel che è certo è che una mossa del genere non è stata improvvisata.

Altrettanto certo è che uomini come Paolo Bernasconi e Alberto di Stefano certe sparate (Bel Ticino per Bernasconi, addirittura la denuncia del Consiglio di Stato per di Stefano) non le allestiscono senza un motivo preciso. Attraggono l’attenzione del pubblico e si mettono in bella vista per poi dare un seguito politico concreto ai loro proclami. Con il 99,999% di probabilità non “passavano di lì per caso”. Il “Tavolo di crisi” di Giovanna Masoni è dunque un elemento significativo di questa campagna elettorale che sta entrando nel vivo, prima di tutto per la sua composizione. Ma potrà sortire qualche utile risultato, in un’ottica non puramente elettorale? Tutto è possibile, anche questo, a patto che esso non diventi il muro del pianto degli impiegati di banca impauriti e frustrati.

Un ultimo punto, cruciale, riguarda il rapporto politico e personale tra un Sindaco che non ha ancora dichiarato la sua intenzione (ma il 13 dicembre vivaddio sapremo!) e una candidata che ha già imboccato con decisione la sua strada, suscitando qualche imbarazzo e qualche sorpresa. Ma qui non so e, non sapendo, non oso.

Francesco De Maria