Frédéric Bastiat, un economista liberale francese vissuto tra la Rivoluzione francese e la Rivoluzione industriale, quando si esprimeva a proposito degli interventi della politica sulla realtà insisteva sul Ciò che si vede e sul ciò che non si vede.
Ciò che si vede
In quest’aula abbiamo sentito e sentiremo nel seguito mediatico questa sera e nei giorni a venire un’esplosione di entusiasmo per aver trovato un accordo sui conti del 2013.
Ma c’è un motivo vero per questa soddisfazione? Siamo al palo esattamente come un anno fa: nessuna misura incisiva per far cambiare rotta alla spesa e un numero disordinato di taglietti di lifting, tutti poi da vedere se saranno confermati a consuntivo.
Ciò che si vede sarebbe la grande responsabilità dei partiti di Governo assunta per far passare i conti. Quale sarebbe la responsabilità?
Quella di aver lasciato galoppare la spesa per 2 Preventivi consecutivi?
Quella di inventarsi misure improvvisate all’ultimo minuto?
Quella di aver scoperto che i consiglieri di Stato sono sulla loro stessa barca?
Quella di far buon viso a cattiva sorte?
Quella di essersi inventati una via di fuga dopo le sparate risparmiste d’autunno?
Quella di aver seminato il caos tra i ruoli istituzionali e poi di ripiegare modestamente sulle orme del Governo?
Il disavanzo, che corretto di una trentina di milioni da 200 a 165, potrebbe aritmeticamente soddisfare: 35 milioni in meno di deficit significano 35 milioni in meno di debito e significano circa 700’000 franchi di interessi passivi all’anno in meno a fronte di 47 milioni.
Bene, meglio di niente.
Ciò che non si vede e potrebbe costarci molto caro
Eccovi solo alcuni esempi.
Nella correzione del deficit ci sono abbellimenti contabili :
– per 28 milioni di maggior gettito di imposte contabilizzato a Preventivo anziché a consuntivo, è l’inizio del ritoccare in meglio le entrate abbandonando il criterio legale della prudenza: si spende supponendo la copertura… a venire.
– riduzione della quota di ammortamento, corrisponde ad un lifting puro. Non migliora la situazione finanziaria abbellisce solo il risultato d’esercizio di una dozzina di milioni lasciando invariato l’autofinanziamento e il debito.
I cantoni romandi in profonda crisi finanziaria negli anni ’90 iniziarono così, con questo genere di misure di contabilità creativa il loro precipitare nei debiti orrendi.
Se si vogliono ridurre gli ammortamenti occorre avere il coraggio di ridurre gli investimenti in modo proporzionato, o farne meno, oppure ridurre gli standard oppure dare meno mandati.
Sennò tanto vale, potremmo fare addirittura zero ammortamenti e avremmo il pareggio dei conti! Ma solo sulla carta.
Nella correzione del deficit ci sono misure autolesioniste:
– il taglio lineare, sebbene differenziato, degli stipendi. E’ la vera sintesi dell’impotenza del Governo e dei partiti di incidere su una spesa di 970 milioni di franchi.
Peggio! Con questa misura “leggera” e inutile per il suo peso relativo si compromette una vera politica di revisione del costo del personale.
Per portare a casa questa manciata, superficiale, di milioni all’ultimo minuto si comprometterà il dialogo e la negoziazione per altre azioni molto più incisive, strutturali e necessarie nei prossimi anni: blocco delle assunzioni, spostamenti interni, soppressioni di funzioni obsolete, diminuzione degli effettivi, blocco e ricalcolazione differenziata degli scatti automatici, revisione dell’impianto salariale vetusto e ingiusto sia verso l’interno che verso l’esterno.
La riclassificazione delle funzioni: ve ne sono di quelle da pagare di più, altre da pagare meno e altre da bloccare.
– Il riversamento di oneri sui Comuni, e Lugano continua a fare da mulo, chiediamoci fino a quando durerà visto che il gettito fiscale del settore finanziario si sta dimezzando!
Ma anche qui il problema vero è che si rischia di bloccare per pochi milioni attuali, a scapito di decine di milioni futuri, la necessità non più rimandabile di procedere con la revisione dei compiti tra Cantone e Comuni e della relativa perequazione finanziaria. Cantiere assolutamente fermo!
“Siamo realisti, chiediamo l’impossibile” oggi “Siamo realisti, rassegnamoci”.
La legislatura in cui tutto doveva cambiare grazie all’avvento di 3 Consiglieri di Stato nuovi non solo non è decollata ma è ormai praticamente chiusa.
Con le elezioni di Lugano fra poco più di 4 mesi, con l’entrata in Governo di un nuovo leghista, con forse la ridistribuzione dei Dipartimenti che ne seguirà, con l’apprendistato dei diretti interessati nei nuovi Dipartimenti, non ci sarà più né voglia né tempo materiale per occuparsi dei conti dello Stato. Calcolate che se non si interverrà drasticamente tra aprile e giugno dell’anno prossimo, dopo l’estate non si potrà più fare niente, il P 2014 se ne andrà come questo e quello del 2015 sappiamo tutti che non si presta a nessun esercizio che potrebbe far perdere voti.
Dall’autunno dell’anno prossimo i motori saranno azionati per la fase di freno e di atterraggio con il muso del velivolo puntato sulle Cantonali 2015.
Che dire? Bisogna proporre una politica finanziaria flessibile e selettiva, spendere meglio e non meno, che equivale a bloccare i mezzi finanziari a disposizione per certi compiti per dare la differenza della crescita ad altri ritenuti più importanti.
Inutile girarci attorno dopo 10 anni di finte e contro finte, ci vuole una legge che faccia da “guard rail” alla corsa della spesa e all’appetito dei politici.
Termino ricordandovi che ho presentato vanamente ben 9 atti parlamentari (4 Iniziative, 3 Mozioni e 2 Interrogazioni), tuttora inevasi per dare il mio piccolo contributo alla correzione dei conti pubblici. Vi è da chiedersi perché nell’emergenza finanziaria Governo e Gestione hanno fatto orecchi da mercante.
Ve le rammento in ordine cronologico:
– Interrogazione: C 2010 e P2012 Maggiori proventi non fiscali?
– Mozione: azioni di marketing per globalisti
– Iniziativa: freno crescita spesa 2012-15 pro rata temporis
– Interrogazione: tesoreria e debiti pubblici
– Mozioni: buon governo con etichette dei prezzi
– Iniziative generica e elaborata: basta con il tassa e spendi, per una L-fsp
– Iniziativa: leggi con data di scadenza
– Mozione: revisione compiti dello Stato
Sergio Morisoli, AreaLiberale