Il grande cambiamento del piano viario intrapreso nel polo luganese ha due aspetti ben distinti: le modifiche tecniche e la filosofia che lo ha ispirato e influenzato.

 

Riprendiamo questo lucido articolo, pubblicato in Touring alla fine di settembre, perché a nostro avviso esso mantiene tutta la sua attualità.

 

La stampa ha riferito in lungo e in largo dei pareri, delle critiche e delle soluzioni espresse da centinaia di neo ingegneri del traffico apparsi in tutto il Luganese e le polemiche si sono riaccese in questi giorni dopo il test del PVP con la popolazione al completo dopo la pausa estiva. Molti i correttivi da apportare, come in ogni nuovo progetto di simili dimensioni. Alcuni errori di gioventù potranno essere sicuramente eliminati dagli esperti ideatori del progetto.

Auto penalizzate  La nostra analisi si concentra maggiormente sulla filosofia che ha traghettato il cambiamento. Queste modifiche sono state concepite per un’utenza che deve lasciare il veicolo a casa e utilizzare i mezzi pubblici. Questo è il malinteso che genera scontento. La convinzione di usare i mezzi pubblici nasce quando esiste una rete efficiente e capillare che possa competere con la comodità che il veicolo privato offre.  

Fintanto che questa peculiarità non è soddisfatta, è scorretto punalizzare i conducenti di veicoli privati che, non dobbiamo dimenticare, sono anche i grandi finanziatori dei mezzi pubblici. Lo spirito ecologico che aleggia oggi nella teoria e nelle votazioni su progetti di mobilità non trova riscontro nel quotidiano. Tutti sono ecologisti nel giudicare il comportamento degli altri, ma poi raramente si osservano cambiamenti nel loro modo di agire.

Libera scelta  La Sezione Ticino del TCS si chiede se alla base del PVP non vi sia il tentativo di bandire l’auto dalla città, purtroppo senza possedere due armi fondamentali per raggiungere l’obiettivo: l’utenza di mezzi pubblici o mezzi alternativi che giustifichino tali scelte, una struttura che possa soddisfarli e un territorio che possa ospitarli.

Il TCS non è certo contro una mobilità sostenibile, anzi, la promuove da molti anni. Ma nel contempo difende la libera scelta del mezzo di trasporto e non è d’accordo di accettare la creazione di ostacoli artificiali alla fluidità dei mezzi privati per costringere la popolazione a usare quelli pubblici. Auspichiamo pertanto eque opportunità per la mobilità pubblica e quella privata, che permettano ad abitanti di quartieri discosti, non residenti a Lugano e turisti di poter raggiungere la città in modo conveniente sul mezzo che meglio loro aggrada. Il Comitato sezionale reputa pure il recente aumento delle tariffe TPL inopportuno in questo momento. 

Le difficoltà nel raggiungere il centro cittadino rischiano di portare inesorabilmente a un boicottaggio involontario dei commerci oggi attivi in questa zona e avvantaggerà negozi e servizi posti in zone più discoste, che offrono tutte le comodità che Lugano non offre più. Questo ulteriore prezzo sarà sostenibile?

Il Comitato della Sezione Ticino del TCS

 

(commento) Questo più che ragionevole ed equilibrato articolo evidenzia quella che a noi sembra la domanda fondamentale: “Il PVP è ideologico?”