Il giornalista italiano Antonio Mazzeo si esprime in un’intervista sul portale d’informazione “I Lupi di Einstein” riguardo al traffico di armi, settore che non risente degli effetti negativi della crisi economica.

Qui di seguito alcune dichiarazioni rilasciate da Mazzeo.

“Le importazioni e le esportazioni dei sistemi di morte non sembrano assolutamente risentire della crisi globale e strutturale che ha investito il pianeta.
Anzi, il capitale finanziario internazionale ha la folle convinzione che i conflitti e le successive ricostruzioni dei paesi bombardati possano essere il motore per uscire dalla stagnazione e rilanciare la domanda, l’economia, lo sviluppo.”

“Peccato che la crisi, le bolle speculative finanziarie e l’insostenibile espansione del debito pubblico siano stati originati in buona parte dal modello di guerra globale e permanente lanciato con la prima avventura internazionale nel Golfo contro Saddam Hussein nei primi anni ’90 e poi affermatosi con la cosiddetta “guerra al terrorismo” …
Le armi hanno cogenerato le crisi che adesso si vogliono “superare” con le armi. Scenari che rischiano di portare l’umanità all’olocausto, alla distruzione dell’ambiente, alla fame dei popoli.”

“Nel 2011 sono stati spesi a livello mondiale 1’740 miliardi di dollari in sistemi d’arma. Si tratta della cifra più alta mai spesa dal 1989, anno della caduta del muro di Berlino.”

“Nel 2011 gli Stati Uniti sono stati il maggiore acquirente di sistemi d’armi al mondo, con una spesa stimata in 711 miliardi di dollari.
Al secondo posto si è ormai affermata la Cina, potenza mondiale emergente, con una spesa di circa 143 miliardi di dollari…
Al terzo posto la Russia, con 72 miliardi di dollari.”

“Lo scorso anno i colossi del complesso militare industriale USA hanno esportato armi per il valore di 46,1 miliardi di dollari.
Un’ulteriore conferma che dietro la cosiddetta “guerra al terrorismo” e la ridicola propaganda sulla “difesa dei diritti umani” e l’intervento “umanitario” ci sono innanzitutto gli affari dei costruttori e dei mercanti di morte.”

“Il giro d’affari delle esportazioni dei paesi UE è sempre più vicino a quello degli Stati Uniti, quasi 32 miliardi di euro all’anno con punte record di 41 miliardi come accaduto nel 2009.
Nel quinquennio 2006-10, tra i principali destinatari di armamenti europei spiccano in particolare i regimi autoritari della penisola arabica (l’Arabia Saudita ha acquistato armi europee per 12 miliardi di euro; gli Emirati Arabi per 9 miliardi, l’Oman per 4,3 e il Kuwait per 1,6); alcuni paesi mediorientali al centro di sanguinosi conflitti interni (Pakistan per 4 miliardi, Turchia per 3,5); diverse nazioni del continente africano (Marocco per 2,5 miliardi, Algeria per 1,8 miliardi, Egitto e Sudafrica ognuno per 1,1 miliardi, Libia per 1 miliardo).”

“Negli ultimi cinque anni abbiamo venduto (l’Italia, ndr) sistemi d’arma per 23,2 miliardi di euro e in buona parte il business è appannaggio delle due holding controllate in parte dal capitale statale, Finmeccanica (all’ottavo posto al mondo tra le società produttrici ed esportatrici di armi) e Fincantieri.”

“Si registra un’escalation delle esportazioni di armi italiane verso le zone di maggior tensione del mondo, dal Nord Africa al Medio Oriente fino al sub-est asiatico.
Nel 2011 oltre il 64% delle armi, per un valore di poco meno di 2 miliardi di euro, è finito a paesi extra-NATO.”

“Quali sono le relazioni tra banche, speculazione finanziaria e commercio d’armi?
Senza il sistema finanziario e bancario internazionale non sarebbe possibile l’esistenza del complesso militare industriale né sarebbe possibile assicurarne le produzioni, le transazioni e le esportazioni.
Le banche investono direttamente nelle industrie belliche, rilevano sempre più imponenti pacchetti azionari, offrono le necessarie anticipazioni e le coperture all’export.
I fondi sovrani, gli innumerevoli fondi d’investimento, perfino i cosiddetti “fondi pensione” gestiti dagli istituti statali di previdenza e dalle maggiori centrali sindacali sono andati all’assalto delle azioni delle principali holding del settore.
Un flusso di denaro sottratto all’economia reale, alla produzione di beni e al welfare che alimenta immense bolle speculative e accelera e deteriora i processi di crisi sistemica.”

“Sempre al seguito delle forze armate statunitensi nelle guerre nei Balcani, in Iraq e in Afghanistan, abbiamo accettato di trasformare Vicenza, patrimonio Unesco, nella più grande base-alloggio dell’esercito Usa in Europa.
Abbiamo trasformato lo scalo siciliano di Sigonella nella capitale mondiale dei droni e stuprato un’intera riserva naturale, a Niscemi (Caltanissetta), per installare uno dei quattro terminai terrestri del pericolosissimo sistema di telecomunicazioni satellitari MUOS della US Navy.
E c’indebitiamo pesantemente e indebitiamo il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti acquistando un centinaio di bombardieri a capacità nucleare F-35 che altri paesi partner NATO ritengono inutili e obsoleti oltre che supercostosi.”