L’11 gennaio scorso l’Osservatorio spaziale della Nasa, il Solar Dynamics Observatory, ha ripreso l’immagine di un gigantesco insieme di macchie solari sulla parte occidentale del Sole. Per la rotazione del Sole attorno al proprio asse, questo gigantesco ammasso di macchie solari, carico di energia pronta a esplodere, sta posizionandosi “di fronte” alla Terra.
Il complesso di macchie solari è stato chiamato AR 1654. Le prime tempeste geomagnetiche si sono prodotte alle 9:11 del 11 gennaio, causando disturbi alle trasmissioni radio e GPS.
Le dimensioni di AR 1654 sono addirittura più grandi di quelle della Terra, come si vede nell’immagine.
Il complesso di macchie prosegue la sua attività in crescita. Gli astronomi della Nasa lo stanno monitorando e si attendono tempeste solari più forti di quella di venerdì scorso.
Una macchia solare è una regione magneticamente attiva. Appare scura rispetto alle aree circostanti perché è relativamente più fredda, circa 3.300 °C rispetto ai 5.500 °C della parte più luminosa.
Le macchie solari – dove il campo magnetico si contorce fino a spezzare le proprie linee e ricomporsi nuovamente – sono le zone dove è più probabile che si verifichino improvvise esplosioni. Le tempeste geomagnetiche che ne derivano liberano nello spazio intensi flussi di particelle elettricamente cariche.
Il 13 gennaio il National Oceanic and Atmospheric Administration degli Stati Uniti, ha comunicato che il gruppo di macchie solari AR 1654 ha il 5% di probabilità di generare una tempesta solare di classe X, il grado di maggiore potenza di questi fenomeni.
Se questo accadesse mentre AR 1654 si trova allineato con la Terra, le conseguenze per il nostro pianeta sarebbero pesanti : disconnessione di reti ad alta tensione, danni ai sistemi elettrici di satelliti in orbita e telecomunicazioni fuori uso.

Fonte : (Focus.it)