Ueli Maurer sarà un eccellente presidente della Confederazione. In termini di visibilità s’intende, scriveva lo scorso 4 gennaio Xavier Alonso sul quotidiano romando La Tribune de Geneve, definendo Maurer “diretto nella comunicazione, a suo agio nei contatti con le persone, semplice e sinceramente sincero.
“Un sistema usato a suo tempo da Samuel Schmid – scrive Alonso – L’atono Consigliere federale dell’UDC bernese aveva marcato la presidenza 2005 moltiplicando le apparizioni sul terreno e ridato lustro al suo blasone di politico vicino alle genti.
Vi è nondimeno una differenza di rilievo tra i due. E’ quella, tenue e sottile, che separa il popolare dal populismo.
Populismo. In occasione della sua uscita a Adelboden Ueli Maurer ne ha già fatto una dimostrazione, al limite del codice di condotta del Consiglio federale.
Il Ministro della Difesa è sempre al limite della rottura di collegialità. Si può temere che il suo anno presidenziale si costruirà a scapito del Consiglio federale.
“Il Consiglio federale ha solo una posizione – risponde sorridendo Maurer quando gli si pone la questione della sua ambiguità. Eppure vi sono pochi dubbi sulla sua posizione.
“Come membro della società svizzera degli ufficiali sono a favore. Come membro del Consiglio federale sono contro – argomenta a proposito dell’iniziativa della società svizzera degli ufficiali che intende sostenere il finanziamento dell’esercito attraverso un articolo costituzionale ad hoc.
Sulla questione della libera circolazione delle persone, Maurer suona la stessa musica : il mio partito fa proposte con la sua iniziativa contro l’immigrazione di massa, il Consiglio federale ne fa altre : la discussione può cominciare, dice in sostanza.
Nelle risposte contorte di Maurer vi sono due semplificazioni: Primo, la collegialità non è davvero rispettata. In alcun momento il Consigliere federale difende la posizione del collegio di governo. Secondo, pone la constatazione che in Svizzera vi sarebbero soltanto due posizioni politiche : quella dell’UDC e quella degli altri.
E’ l’attuazione dello slogan “Gli svizzeri votano UDC” nel quotidiano del dibattito politico svizzero.
Il solito ritornello : noi contro l’élite politica; noi contro il Consiglio federale; noi contro gli altri partiti; noi contro i media che non ci amano. E il 75% dei cittadini che non sostiene le soluzioni dell’UDC viene gettato in un grande buco nero ideologico e apolide.
In una delle sue rare interviste, lo scorso autunno su 24heures e La Tribune de Genève Maurer si impegnava a difendere la coesione nazionale e prometteva di sorprendere, nel suo ruolo presidenziale.
Ma i suoi primi passi da presidente della Confederazione 2013 lasciano presagire il contrario. Lo spirito di consenso che caratterizza la vita politica svizzera non uscirà rinvigorito da un uomo di Stato che marca la sua differenza in ogni suo intervento.
Ueli Maurer non potrà essere un buon presidente alle spese degli altri. “Io e gli altri” non è un programma presidenziale che rinforza la fiducia nelle istituzioni politiche svizzere.”