“Il Mali diventerà l’Afghanistan della regione e la rovina della Francia”
(Sanda Ould Boumana, portavoce del gruppo islamista Ansareddine)

Aerei dell’aviazione militare francese e truppe al suolo hanno attaccato negli scorsi giorni le forze islamiste ribelli nel nord del Mali, mentre centinaia di soldati francesi arrivavano nella capitale Bamako.
Il presidente francese François Hollande ha dichiarato che l’intervento militare francese nel nord del Mali durerà sino a quando i diritto del governo saranno ripristinati, con la sconfitta delle truppe ribelli legate ad al Qaeda.

La milizia islamica Ansareddine controlla gran parte del nord del Mali dall’aprile scorso, da quando tuareg mercenari provenienti dalla rivolta in Libia avevano cacciato le forze governative, deboli e divise. Da mesi la Francia e la Nato stavano pianificando l’intervento armato iniziato in questi giorni.

Gli aerei francesi hanno bombardato Konna, un villaggio occupato dagli islamisti. I morti sono un centinaio. Un pilota francese sarebbe stato ucciso dai ribelli, così come diversi soldati del Mali che combattevano a fianco dei soldati inviati da Parigi.
Il portavoce di Ansareddine, Sanda Ould Bouamana, ha detto al canale televisivo al Jazeera che “L’esercito terrorista francese ha bombardato Konna. Gli ospedali traboccano di feriti. E’ impossibile sapere il numero dei morti ma sono molti. Fra gli uccisi vi sono unicamente cinque nostri combattenti. Le altre sono vittime civili, uccise dai bombardamenti alla cieca delle forze aeree francesi.”
Smentendo il legame tra Ansareddine e al Qaeda, Ould Boumana ha aggiunto che il Mali diventerà l’Afghanistan della regione e la rovina della Francia.

Domenica l’Algeria ha autorizzato la Francia a sorvolare il suo spazio aereo per raggiungere gli obiettivi nel nord del Mali e ha chiuso le frontiere con il paese vicino. In questo modo il governo di Algeri è venuto meno alla sua tradizionale opposizione a un intervento militare nella regione.
Sempre domemica gli aerei francesi hanno bombardato depositi di infrastrutture militari e basi militari nelle città di Gao e Kidal, nel nord del paese. Fonti sul posto confermano che gli ospedali sono strapieni di feriti. Elevato anche il numero dei morti.
L’operazione militare di Parigi è ufficialmente condotta in collaborazione con il debole governo del Mali. E’ lecito pensare che l’intervento armato sfocierà presto in una guerra civile che coinvolgerà l’intera regione del Sahel.

La pretesa che la Francia sia accorsa in Mali per difendere la democrazia dagli attacchi di al Qaeda è un’assurda menzogna.
Innanzitutto, il governo francese non ha una posizione di principio nei confronti di al Qaeda.
Nel 2011 le forze djihadiste libiche hanno aiutato Parigi e gli alleati della Nato a rovesciare il regime di Muammar Gheddafi e Parigi continua ad appoggiarsi al fronte djihadista siriano Al-Nustrah, legato ad al Qaeda nella guerra contro il presidente della Siria, Bachar al Assad.

In Mali la Francia conduce una guerra conforme ai suoi interessi fondamentali. Il Mali è stato colonia francese dal 1892 al 1960 e si trova nel centro geografico dell’Africa occidentale, una regione ricca di risorse naturali, un tempo crocevia dell’impero coloniale francese.
Dal 1968 il gruppo nucleare francese Areva estrae enormi quantità di uranio dalle miniere del vicino Niger e progetta di aprire l’anno prossimo la seconda più grande miniera d’uranio al mondo.
Il governo Hollande si serve della guerra per stabilire stretti legami con il regime dell’Algeria, paese che dispone di immense riserve di gas naturale. Le forze armate francesi sono ugualmente dispiegate nel Senegal, nel Burkina Faso e in Costa d’Avorio, tutte ex-colonie francesi.

La Francia collabora con Stati Uniti, Gran Bretagna e altri paesi alleati della Nato per pianificare un intervento su vasta scala e per il quale diversi regimi africani forniranno truppe.
Il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha confermato che il Senegal e la Nigeria hanno già mandato aiuto militare. Il Burkina Faso si appresta ad inviare un contingente di 500 soldati.
Sabato un rappresentante della Comunità economica degli Stati dell’Africa dell’ovest ha annunciato che invierà presto truppe nel Mali.
Il presidente di turno di questa organizzazione è il presidente della Costa d’Avorio Alassane Ouattara, arrivato al potere nell’aprile 2011 grazie a un’operazione militare francese sostenuta dall’ONU, dopo elezioni presidenziali contestate.

L’intervento in Mali permette al presidente François Hollande di distogliere l’attenzione dalla difficile situazione in Francia.
Non è un caso che qualche ora dopo i primi attacchi aereo nel nord del Mali, il governo Hollande abbia annunciato una riforma del mercato del lavoro, la più incisiva sino ad oggi.
La riforma, applaudita dalle associazioni padronali, prevede l’imposizione ai lavoratori di condizioni di lavoro “più flessibili”, che dovrebbero permettere al paese di ritrovare la sua performance a livello internazionale.

Il comandante delle forze armate statunitensi in Africa, il generale Carter Ham, ha detto che il Pentagono sta pensando a una vasta opzione per sostenere gli sforzi della Francia.
Washington non invierà truppe al suolo ma offre sostegno logistico e sta valutando se esaudire la richiesta francese di usare in Mali droni americani.

(Fonte : www.mondialisation.ca)