Mentre l’Europa è ansiosa di superare la crisi dell’indebitamento un’altra guerra ha assunto da tempo una dimensione globale. La guerra monetaria. Contro i mercati è schierata anche la Svizzera.

La “prossima guerra mondiale“ è iniziata da molto tempo e ancora una volta si combatte per il denaro. O più precisamente: per i posti migliori sul mercato mondiale.
Il più recente fomentatore di questa contesa è il Giappone : il capo del governo Shinzo Abe ha annunciato che la banca centrale giapponese presto darà fuoco alle polveri: tassi guida negativi, la tendenza ad una politica economica “senza limiti” e la prospettiva di ancora molte obbligazioni di Stato.

Ma le aspettative di Shinzo Abe non sono una prerogativa sua. In Europa alcuni Stati membri pensano di evitare le dolorose riforme strutturali di Angela Merkel mediante un euro debole. Pure il capo della banca centrale inglese Mervyn King ha espresso nel corso di una conferenza a New York il timore che nel 2013 vi saranno più interventi sui tassi di cambio.
Il capo economista della Commerzbank, Jörg Krämer, ha rincarato la dose aggiungendo che ci viviamo già ora in un’epoca nella quale la maggior parte delle banche centrali tentano di indebolire le loro monete allo scopo di ottenere vantaggi nel commercio mondiale e fare apparire meno evidenti i deficit strutturali dei loro paesi.”

In questo durissimo braccio di ferro, dove nessuno vuole vedere l’invasione di moneta a buon mercato che rincara la propria e rende la vita impossibile all’export, nessuno si ritiene colpevole ma il più delle volte vittima e addita le manipolazioni monetarie e la politica della moneta a buon mercato degli altri paesi.
Effettivamente si riscontrano sempre più sovente interventi massicci sui mercati delle divise, come ad esempio riduzioni dei tassi e controlli del traffico di capitali.
In prima linea stanno le banche centrali occidentali come la Bank of England, la BCE, la FED e ora appunto anche la banca centrale nipponica.

Per gli americani questa politica non è nulla di nuovo. La Federal Reserve ha tentato a più riprese di risolvere i problemi con massicce messe in circolazione di dollari. Ma mentre i miliardi in patria non sembrano avere un impatto rilevante nella lotta contro la crisi, l’inondazione di dollari sta soffocando paesi come il Brasile o il Cile.

La Presidente brasiliana Dilma Rousseff ha ammonito gli europei a non ripetere gli errori degli americani e ha espresso preoccupazione per l’espansione monetaria in atto.
Il problema maggiore è rappresentato dagli Stati Uniti : “Ma pure l’UE svaluta la propria moneta – ha commentato la Rousseff a proposito del bilione di euro che la Banca centrale europea ha elargito come aiuti di liquidità alle banche.
Ci sarà uno “Tsunami” di soldi scontati dagli USA e dalla Zona Euro che inonderà tutto.

Le reazioni non si sono fatte attendere: la Cina sostiene da molto tempo un corso artificialmente basso dello yuan.
Ben Bernanke, capo della FED e il capo della Banca centrale inglese tentano di lanciare accuse ai paesi marginali per tenere artificialmente deboli le loro monete, ma sanno che si tratta di misure di difesa contro le strategie invasive degli stessi “accusatori”.

Nel mezzo dell’Europa c’è la Svizzera che tenta con tutti i mezzi di contrastare le manipolazioni di mercato a seguito delle quali il franco svizzero ha assunto suo malgrado il ruolo di moneta rifugio e viene spinto a livelli tanto alti da far esplodere i prezzi a scapito del potere d’acquisto.
Soltanto l’ancoraggio del franco all’euro da parte della Banca Nazionale al corso di 1.20 è riuscito a dare un minimo di sollievo ai confederati.

(Fonte : Cash.ch)