Gerald Celente, fondatore e direttore del Trends Research Institute, di recente ha commentato : “Vista la tendenza dei governi a trasformare enormi fallimenti in mega-fallimenti, quando tutto il resto fallisce questi governi portano la loro nazione in guerra.”

Mentre la crisi economica si intensifica e il sistema delle banche centrali mostra di non poter più rigonfiare la bolla con la creazione di attività dal nulla, è facile trovare una logica economica e politica per la guerra.
Se è vera la dottrina keynesiana secondo cui la spesa pubblica è l’unico modo per uscire da una depressione economica, allora le spese militari sono il modo più rapido per ridare energia a un sistema in fallimento.
Un efficace espediente per l’élite al potere, che così allontana da sé tutte le colpe e le getta sul bersaglio straniero di turno.
Uno scenario che sta già accadendo : gli Stati Uniti si preparano a inviare altre truppe in Afghanistan e minacciano l’Iran con sanzioni economiche. Ci si avvicina sempre più alla guerra aperta.

Gerald Celente prevede l’avvento di quella che chiama “la madre di tutte le bolle,” la Bolla dell’Impero : imploderà con un clamoroso fragore che sarà sentito in tutto il mondo.
La politica estera degli Stati Uniti, una politica di egemonia globale e aggressione sfrenata, non è più sostenibile. Gli Stati Uniti sono a livelli da Terzo Mondo, una nazione in bancarotta.
Il presidente Barack Obama deve trovare un evento maggiore che distolga l’attenzione dalla crisi economica e finanziaria del paese, dalla crisi del debito, dal fiscal cliff, dalla crisi delle banche, dal progressivo deterioramento del tenore di vita di milioni di americani. Qualcosa equivalente all’11 settembre 2001, l’evento che “magicamente” venne a salvare il suo predecessore George Bush.

Negli Stati Uniti si dice che a tirar fuori il paese dalla grande depressione del 1929 non sia stato il presidente Franklin Delano Roosevelt, ma sia stata la Seconda guerra mondiale. La verità è che in tempo di guerra i problemi economici vengono annientati, abilmente congelati da dibattiti nazionalisti e da slogan di rettitudine morale.
La Terza guerra mondiale arriverà, non ci sono dubbi e fornirà la giustificazione per l’acquisizione virtuale di tutta l’industria da parte del governo e per la demonizzazione di tutti i politici di opposizione come “terroristi alleati al nemico”.

Gerard Celente azzecca previsioni da decenni. Fra quelle più conosciute vi sono il crollo del mercato azionario del 1987, la caduta dell’Unione Sovietica, l’esplosione dot-com, il rialzo del mercato dell’oro, la recessione del 2001, la bolla immobiliare, la crisi economica iniziata nel 2008.
Adesso Celente prevede che lo scenario iraniano diverrà il terreno della Terza guerra mondiale, con conseguenze economiche, sociali e politiche che manderanno in tilt l’impero statunitense.
Lo scoppio della Bolla dell’Impero statunitense, appunto, lo scoppio della presunzione americana di poter continuare a far la voce grossa fuori dai confini nazionali, mentre l’intero paese declina e cade.

(Fonte : Original.antiwar.com)