Il prof. Dániel Vass, musicista e fotografo, ci parla oggi del suo amore per l’arte e del suo interesse per la politica. Vass è candidato al Consiglio comunale di Lugano sulla lista del PLR. Un’intervista di Francesco De Maria.


Francesco De Maria Da dove viene il suo interesse per la politica?

Dániel Vass Dal mio destino.

Una data fondamentale della storia ungherese è il 1956. Che cosa faceva Dániel Vass in quell’anno?

DV Avevo 3 anni e mezzo, durante i combattimenti mi ero rifugiato nella cantina della casa con mia mamma e con i nonni. Sento ancora gli spari dei carri armati e vedo ancora i cadaveri sulla strada – non appena possibile siamo usciti. Mio padre era in Cina con il suo coro dell’epoca. Al ritorno dalla tournée gli hanno rifiutato i concerti a Mosca. Praticamente fino all’ultimo (1989!) mio padre è rimasto sulla lista nera.

Quando e come ha lasciato la sua patria?
DV Nella mia situazione non potevo avere un passaporto. O uscivo con un gruppo per rifugiarmi in occidente (ma non volevo perché il gruppo avrebbe subito delle ritorsioni, da uno a tre anni senza poter viaggiare) o mi organizzavo privatamente. Certi amici musicisti svizzeri mi hanno invitato per un masterclass di musica da camera. Era 1974. E sono uscito.

Arrivando, quale fu la prima impressione che ebbe della Svizzera?

DV Un raggio di sole in ogni senso, sono stato accolto con cordialità e simpatia. I profughi del 1956 si sono inseriti bene nella società, gli ungheresi sono stati sempre ben visti.

Come ha trovato il suo primo lavoro?

DV Facilmente, nel Canton Zurigo, dove è cominciata la mia vita in Svizzera. Cercavano professori di musica per clarinetto. Da subito ho preso ad insegnare per tre/quattro pomeriggi alla settimana e parallelamente frequentavo il conservatorio per ottenere un secondo diploma. Ma il mio sogno era da sempre l’orchestra. Nel 1976 vinco il concorso alla Radiorchestra (oggi Orchestra della Svizzera Italiana). Vivo anni meravigliosi, dai concerti nelle nostre valli alle esibizioni ad Amsterdam e a Vienna; nel 1980 c’è l’inaugurazione del tunnel autstradale del San Gottardo, nel 1991 il 700° della Confederazione con il concerto sotto la tenda di Botta al Castelgrande di Bellinzona.

Lei è un professore d’orchestra che si è trasformato in un fotografo. Ci parli della sua carriera artistica.

DV Un hobby può diventare la seconda professione, quasi una reicarnazione mentale: in gioventù avevo vinto diversi premi con i miei disegni e i miei quadri. Era previsto che io frequentassi il liceo artistico per le arti figurative. Ma da un giorno all’altro mi decisi per la musica. Passano decenni e – invece di usare matita e pennello – mi esprimo con la macchina fotografica. Anche in quest’arte ho trovato la mia strada d’elezione, fare ritratti. Conoscere l’uomo e la sua anima aiuta conoscere se stessi. Un lavoro che mi arricchisce quotidianamente.

Che cos’è per lei la musica?

DV Qualsiasi musica è vita, arricchimento per l’anima umana.

Perché la fotografia è (o può essere) un’arte, e non una semplice tecnica?

DV La fotografia è arte. Utilizza altri mezzi. Importante e decisivo è ciò che essa riesce a comunicare.

Passiamo alla politica. Perché ha scelto il PLR ? In che cosa è diverso dagli altri partiti?

DV Provengo da una famiglia di tradizione protestante, di spirito molto aperto. Rispettando e curando le tradizioni, essere liberale significa per me esser lontano da ogni forma di dogmatismo. Discutere, ascoltare gli altri, qualunque sia la loro opinione.

In fatto di partiti, qual è la sua seconda scelta (ammesso che esista)?

DV Difficile dire, ma ho tanti amici pipidini; e un’ottima collaborazione, ad esempio nella Commissione di quartiere a Breganzona, con alcuni socialisti. Cerco sempre ciò che unisce, non enfatizzo le divergenze ideologiche.

Come sta impostando la sua campagna elettorale?

DV In modo modesto. Mi sento molto onorato per la richiesta che mi è stata fatta, partecipo a parecchie serate, mi presento spesso, cerco e trovo nuovi contatti.

Come si immagina l’attività dello (sperato) consigliere comunale Vass?
DV Armonia e cultura, per una bella Città è il mio slogan. Vorrei dare il mio contributo, offrendo le mie conoscenze nel campo della cultura. Lugano è una perla e tale deve rimanere, deve anzi crescere. Con l’educazione ci si assicura un futuro sicuro. La formazione scolastica è il miglior investimento per ogni popolo.

Il PLR ha governato Lugano per tanti anni. Oggi il suo predominio sembra in pericolo. Un pericolo reale? Quale il modo migliore per affrontarlo?

DV Vale anche per tutti i partiti storici. Purtroppo lo vediamo dappertutto, i valori che hanno formato l’umanità perdono importanza, non solamente da noi, anche agli altri angoli del globo. Non escludo che col tempo si affermi un trend di “neo-liberal-social-conservativismo”: conservare, ma con apertura mentale, i valori tradizionali rispettando ogni categoria sociale.

Qual è il personaggio politico locale A) uomo B) donna che più ammira, e perché?

DV Senz’altro il nostro Sindaco. Riesce trasmettere una forza mentale che trovo senza pari. La Nostra Giovanna (tutto maiuscolo!) nel campo della cultura (il mio) è geniale. Non appena presi conoscenza della politica svizzera, nel lontano 1974 nutrii subito una viva ammirazione per Fritz Honegger, ai miei occhi un numero uno, che divenne in seguito “Kaiser Franz”. Per non parlare di Delamuraz! Con il suo francese meraviglioso…

Il comune dove lei vive, Breganzona, è divenuto un quartiere di Lugano. Lei – a ragion veduta, dopo qualche anno – è soddisfatto di questo passaggio?

DV Ero uno dei 55 firmatari. Fino ad oggi sono contento.

Come giudica l’assai discusso PVP, nel suo complesso? È una buona cosa per Breganzona?

DV Non mi sento di dire bianco o nero. Certe cose vanno meglio anche da noi, a Breganzona. Nel centro città si dovrebbero cambiare tre o quattro cose.

Come giudica la politica culturale della Città? È efficace? Comporta costi esagerati?

DV Sempre meglio! Lugano offre sempre di più. Il LAC sarà una calamita turistica, porterà tanti visitatori. Abbiamo un’orchestra, un radiocoro, un conservatorio di livello internazionale; l’Uni si sviluppa e gode di sempre maggiori riconoscimenti. Le ultime voci sulle quali risparmiare devono essere l’educazione e la cultura. Pensiamo pure a Charles Dickens: ciò che risparmi oggi sulle scuole, domani lo spendi per le carceri.

Se le vacche si fanno magre e il deficit comunale aumenta, è opportuno aumentare le tasse?

DV Non sono economista, questo terreno lo lascio ad altri.

Un’ultima domanda, che va oltre i confini cittadini e cantonali. Il nostro Paese, la Svizzera, che possiamo – senza troppo esagerare – immaginare accerchiato, si trova sottoposto a un’enorme pressione esterna. Che cosa dovrà concedere per “salvarsi”, per continuare cioè ad esistere conservando almeno una parte della sua identità e della sua anima?

DV Concedere il meno possibile e aspettare. Debbono arrivare altri tempi, quando si comincerà a riconoscere che siamo noi il paese più democratico del Vecchio Continente. Finché ci saranno certi personaggi in posizioni chiave le cose non potranno andar bene. Martin Schultz non ha neanche la maturità. E tocca a lui decidere? Assurdo!

Per concludere: in fondo sono contento. Per decenni il mio lavoro è stata la musica, anzi il mio amore per la musica. Dopo il destino ha cambiato direzione e mi ha dato un’altro amore – la fotografia della musica e dell’uomo. Un unico sogno rimane nel mio cassetto della scrivania, la filosofia. In tempi recenti, mentre mi trovavo ad occupare la carica di presidente del Lions Club Lugano, ho preparato, e realizzato, un programma di conferenze incentrato sulla filosofia e sulle religioni, che ha coperto tutto l’anno lionistico. È stato un vero successo. L’appartenenza al Lions è importante per me. Gli amici del Club mi hanno aiutato molto a inserirmi nella nostra società.


Reperibile anche sul sito PLR “Lugano 2013”: http://www.lugano2013.ch/il-percorso-di-daniel-vass-dallungheria-alla-svizzera-di-francesco-de-maria/