“Un’isteria da padri pellegrini ha pervaso il cantone”


COMUNICATO STAMPA

Il Diavolo, periodico satirico, in questi giorni è stato crocefisso da più parti per una copertina considerata volgare e sessista. Che il diavolo venga crocefisso ha già in sé una patina d’ironia.

Noi non vogliamo giustificare nulla, disquisizioni sulla satira se ne possono fare a tonnellate, dalle satire di Giovenale nel 1° secolo, all’ultima copertina de “il Male” sulle dimissioni del Papa.

Quella che ci sembra un’isteria da padri pellegrini ha pervaso il cantone che si è svegliato in questi giorni scoprendo che la satira del Diavolo è anche volgare, bella scoperta. Certo, è volgare, è politica, è dura e colpisce il potere.

Vorremmo a tal punto fare dei piccoli distinguo che continuiamo a ribadire ma che evidentemente in alcune cerchie non passano.

 

1)   Il Diavolo non è un giornale di partito. E non simpatizza con alcun partito.

2)   Il Diavolo non è un partito con la maggioranza relativa in governo.

3)   Il Diavolo non ha due Consiglieri di Stato.

4)   Il Diavolo ha sempre colpito il potere costituito.

5)   Il Diavolo seppur volgare, non pubblicizza le prostitute, anzi le ha difese a più riprese.

6)   Il Diavolo non se la prende mai con i piccoli funzionari, gli asilanti gli omosessuali o i rifugiati o qualsiasi altra classe sociale in difficoltà.

7)   Il Diavolo se la prende con personaggi pubblici e non tira mai in ballo le famiglie, a meno che qualche congiunto non sia  a propria volta un personaggio pubblico.

Infine, il Diavolo è un quindicinale satirico in abbonamento, se qualcuno non vuole leggerlo, semplicemente non si abbona. Paragonarlo al Mattino della domenica, è come paragonare una corazzata da guerra con un peschereccio.

La grancassa mediatica che c’è stata, ha comunque fatto una pubblicità gratuita al Diavolo, che non sperava in tanto. Il Diavolo si augura solo che il nervosismo che serpeggia in certe redazioni e in certi gremii si tramuti in un sentimento più costruttivo che affronti i veri problemi del paese.

 

Un caro saluto, la redazione del Diavolo