Il Consiglio comunale di Lugano ha recentemente approvato il messaggio relativo all’abolizione del limite di reddito per accedere ai servizi di mensa scolastica e a quelli del doposcuola. Si tratta di una decisione fondamentale che dà i medesimi diritti a tutti gli allievi delle scuole comunali, indipendentemente dalla situazione finanziaria del rispettivo nucleo familiare. Dal profilo del diritto all’uguaglianza il nuovo regolamento era da tempo atteso. L’unica differenziazione riguarda il contributo di refezione che ogni famiglia dovrà pagare proporzionalmente al reddito conseguito. In buona sostanza chi dispone di maggiori risorse finanziarie pagherà di più, chi ne ha di meno erogherà un prezzo più ridotto. Così succede per le imposte dirette e per tante altre tasse similari.

Da anni diverse associazioni di genitori invocavano la modifica di una situazione ritenuta iniqua ed insoddisfacente. Il punto cruciale risiede nell’esigenza di conciliare in maniera ottimale l’attività professionale e gli obblighi verso la famiglia e i figli. Ad essere particolarmente sensibili sono le donne e le tante madri che hanno la necessità di essere attive a livello lavorativo ed accudire contemporaneamente la prole. I mutamenti intervenuti negli ultimi decenni in merito al concetto di famiglia, con la presenza di numerosi nuclei bi- e monoparentali con genitori impegnati professionalmente, rispettivamente i cambiamenti relativi alle tipologie lavorative comportano una nuova forma di gestione dei figli. La politica deve saper cogliere questi nuovi sviluppi della società civile e trovare le migliori soluzioni ad una problematica molto sentita. Questa evoluzione sociale (involuzione per alcuni, ma tornare indietro è impossibile) richiede strutture e servizi adeguati e soluzioni in grado di favorire un ottimale equilibrio fra le esigenze degli uni e  la salvaguardia del benessere degli altri.

Certo, sarebbe auspicabile che i genitori possano trascorrere qualche ora in più con i loro figli, in un ambiente familiare, libero da sollecitazioni esterne e da dinamiche di gruppo. Ma spesso la realtà è un’altra, fatta di tanti bambini soli a casa e davanti alla televisione o ai videogiochi. Allora la mensa può diventare un luogo di incontro, di socializzazione e, perché no, di formazione tramite lo svolgimento di piccole attività artigianali e sportive. Tutto ciò li integra in un determinato tessuto sociale e culturale favorendo le loro capacità di interagire con gli altri.

In Consiglio comunale il collega Roberto Ritter ha sollevato un aspetto importante. Queste dinamiche non possono esonerare i genitori dall’assumersi le proprie responsabilità nei confronti dei figli e soprattutto far loro credere che il compito di formare ed educare sia demandato allo Stato. Illusione pericolosa! La mensa deve essere utilizzata quando esiste un reale bisogno della famiglia e non può trasformarsi in una scappatoia deresponsabilizzante con l’abdicazione dei genitori dal proprio ruolo di principali educatori.

Insomma, occorre il giusto equilibrio fra il frequentare il proprio nucleo familiare e il trascorrere del tempo con gli altri in una mensa forse un po’ anonima.

Le famiglie presenti a Lugano potranno meglio gestire i propri figli dal profilo degli orari e della loro attività professionale. Tutto ciò va a vantaggio di una migliore generale qualità di vita e dell’aumento della complessiva competitività della città.

Roberto Badaracco
Candidato PLR al Municipio di Lugano