Diversi parlamentari criticano l’azione del governo durante la crisi alla Banca nazionale svizzera. Ritengono che il consiglio federale non avrebbe dovuto interpellare Philipp Hildebrand dopo che Christoph Blocher l’aveva accusato di insider trading.

Il Consigliere agli Stati Paul Niederberger (PPD/NW), presidente della Commissione di gestione del Consiglio degli Stati, ha confermato sabato le informazioni pubblicate venerdì dal quotidiano romando Le Temps e sabato dalla Neue Zürcher Zeitung e dalla Berner Zeitung.
Il gruppo di lavoro della BNS ritiene che il Consiglio federale non avrebbe dovuto interpellare Philipp Hildebrand il 15 e il 23 dicembre 2011 dopo che Christoph Blocher lo aveva accusato di insider trading.
I parlamentari considerano che il Consiglio della BNS fosse l’istanza appropriata per esaminare le accuse di Blocher.

Una seconda critica del gruppo di lavoro è che il Consiglio federale non avrebbe dovuto affidare la gestione della vicenda a una delegazione composta da tre Consiglieri federali : Micheline Calmy-Rey, Eveline Widmer-Schlumpf e Simonetta Sommaruga, in quanto questa delegazione non aveva le competenze legali necessarie.
Lunedì le commissioni di gestione delle Camere federali renderanno pubblico il loro rapporto in conferenza stampa.
Le commissioni vogliono anche fare causa per violazione del segreto di funzione ai parlamentari all’origine della fuga di notizie e a un giornalista del quotidiano Le Temps.

Philipp Hildebrand aveva annunciato le sue dimissioni da presidente della Banca nazionale svizzera il 9 gennaio 2012, a seguito del clamore suscitato per un acquisto di divise che aveva operato qualche settimana prima che la BNS ancorasse il cambio con l’euro a 1.20 franchi.
L’acquisto di divise era stato richiesto dalla moglie di Hildebrand al loro consulente della banca Sarasin e aveva permesso alla coppia di realizzare un cospicuo plus-valore.

(Fonte : Le Matin.ch)