Due vedettes si pigliano per i capelli


L’avv. Paolo Bernasconi ci ha inviato copia della sua risposta a Marco Borradori. Ci affrettiamo a pubblicarla.


Perché il Consigliere di Stato Marco Borradori spreca il suo tempo e quello dei suoi funzionari per farsi scrivere e fare divulgare dalla Sua sede governativa una lettera aperta contro un privato cittadino? Ed usa la Sua autorità governativa per aggredire pubblicamente un privato cittadino, che sarei io, che non cerco né posti né appalti? Perché deve provare al suo elettorato di essere capace di continuare a perseguitarmi, così come sta facendo il Mattino della Domenica da oltre vent’anni.

Perché siete ossessionati: avete paura delle persone indipendenti che smascherano la vostra corsa alle cadreghe, il vostro clientelismo sistematico, le telefonate per distribuire i posti , la vostra caccia agli appalti e alle poltrone nei Consigli di amministrazione delle aziende parastatali, ossia le aziende della gente. Il Consigliere di Stato leghista usa la sua autorità per intimidire un privato cittadino, per farlo finalmente tacere, così come il Suo settimanale, il Mattino della Domenica, ha già fatto tacere decine di cittadine e cittadini impegnati nei Comuni, che per anni avete sfiancato con vignette e denigrazioni in modo ossessivo, ogni domenica.

Signor Marco Borradori, grazie anche a questi metodi si è guadagnato il bonus in Governo ed ora vuole quello di Sindaco a Lugano. Perché? Solamente per non più perdere tempo incolonnato fra le auto dei lavoratori, impiegati e turisti, che vedono sfilare il nostro Bel Ticino cementificato da una speculazione che corrode il Territorio, quello affidato proprio alle Sue cure come Consigliere di Stato.

E quale grave e straordinario avvenimento istituzionale legittima un Consigliere di Stato ad aggredire pubblicamente un privato cittadino, e proprio me, mediante una lettera aperta ai media? Solamente perché ho avvertito che, mantenendo il nome di un defunto nella vostra lista, esponete elettrici ed elettori al rischio di fare annullare le schede che portano il nome di un defunto. Perché questo avvertimento potrebbe annullare l’effetto della vostra strumentalizzazione del nome di un defunto, quel Nano vicino al quale siete stati e rimarrete nani. Quel Nano dietro il quale per decenni vi siete nutriti e protetti, spauriti fanti aggrappati a quell’unico carro armato. Perché, senza quel Nano monumentale, viene a mancarvi l’unico referente per continuare i vostri giochi di potere, posti e appalti, nella nostra bella Città di Lugano, che continueremo a difendere, liberale, integra e sociale, assieme a tante altre persone di buona volontà, in questa e nelle prossime battaglie.

Paolo Bernasconi