Succede oggi, venerdì 22 marzo. Sono fuori casa e non ho avuto ancora tempo di leggere i giornali. Un amico mi chiama al telefono: “Sergio, c’è un pezzo sul Corriere del Ticino che si schiera contro la vergognosa gogna mediatica”. Un’ora dopo sfoglio il Corriere e a pagina 8 trovo un pezzo, “Come fermare questa gogna vergognosa?”, a firma Moreno Bernasconi.

Moreno lo conosco da anni, mi lanciò come opinionista ai tempi in cui era vicedirettore del Giornale del Popolo. È un giornalista preparato ed equilibrato. Pregusto la sua levata di scudi contro i vergognosi metodi del Mattino della domenica, e invece Moreno parla del Blick.

Il corsivo di Moreno Bernasconi è assolutamente condivisibile, le cose che il Blick scrive sulla famiglia di uno dei presunti stupratori (la moglie con i figli sono anche ritratti in fotografia) della nostra connazionale in India non sono degne di un organo di informazione che opera in un Paese, la Svizzera, dove vige uno stato di diritto.

Ora, però, mi chiedo: qual è la differenza tra il vituperato (giustamente) Blick e il Mattino della domenica’ (a cui ci siamo oramai abituati? che non fa più tanto scalpore per il suo fango?)

Ricordiamoci che, oltre ai mille e mille attacchi gratuiti (“verme”, nullità” eccetera eccetera) a persone e personalità ticinesi, il suddetto “organo di informazione” a più riprese ha tacciato di “pezzenti” i richiedenti l’asilo in Svizzera e in Ticino, oltre a chiedere a gran voce (“Rom raus o campi di lavoro”) l’espulsione dei rom dal nostro territorio o il loro internamento nei tristemente famosi (di nazista memoria) “campi di lavoro”.

Faccio queste considerazioni unicamente perché giustamente Moreno Bernasconi parla, nel caso del Blick, di “una donna e dei bimbi poveri e diseredati che subiscono una tragedia famigliare in un Paese lontano”.

Sergio Roic, scrittore


POST SCRIPTUM. Non me ne vogliano Sergio e Moreno se ho messo una fotografia che ricordasse anche la vittima. Non ha subito i metodi barbari del Blick ma…