“Quando un napoletano è felice per qualche ragione, invece di pagare un solo caffè, quello che berrebbe lui, ne paga due, uno per sé e uno per il cliente che viene dopo. È come offrire un caffè al resto del mondo…”

(Luciano de Crescenzo, Il caffè sospeso, 2008)

Quando nei bar di Napoli un cliente ordina “un caffè sospeso”, ne paga due e ne riceve soltanto uno.
L’altro viene offerto al povero che entra al bar e chiede se vi è un caffè sospeso.
Per salvare una bella tradizione che pian piano va scomparendo, nel 2011 a Napoli era stata istituita la Giornata del caffè sospeso, con l’appoggio di diverse organizzazioni culturali e del sindaco Luigi de Magistris.

Da “Il caffè sospeso” di Luciano De Crescenzo, edizioni Mondadori, 2008
“A Napoli, una volta, c’era una bellissima abitudine: quando una persona stava su di giri e prendeva un caffè al bar, invece di uno ne pagava due. Il secondo lo riservava al cliente che veniva subito dopo. Detto con altre parole, era un caffè offerto all’umanità.
Poi, di tanto in tanto, c’era qualcuno che si affacciava alla porta del bar e chiedeva se c’era un “sospeso”. Tutto questo era dovuto al fatto che erano più i clienti poveri che quelli ricchi.
Oggi purtroppo non solo non esiste più chi paga un “sospeso” ma nemmeno chi è disposto ad accettarlo.
Un giorno ho conosciuto un brav’uomo, bisognoso di fare amicizie, che di “sospesi” ne pagava addirittura cinque.”

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