Il nostro Ticino non è più quell’angolo di paradiso al quale i non più giovanissimi si riferivano fino a qualche anno fa. Colpa di chi o di che cosa?

Nulla di eccezionale, non poteva essere altrimenti. Anche da noi, come nei paesi che ci circondano, è la vita che non è più la stessa.
La nostra società, le situazioni, gli stili di vita, i nostri modi di agire validi fino a ieri cambiano in modo imprevedibile. Tutto ciò che era abitudine acquisita diventa immediatamente incertezza, il consumismo la fa da padrona e ci sentiamo frastornati dai cambiamenti repentini.
Ognuno di noi cerca di trovare la propria “libertà” nei vari ruoli che riveste, da figlio a genitore, da studente o lavoratore a datore di lavoro. Il vivere quotidiano è diventato una sfida sempre più difficile.

Infatti, le condizioni di lavoro non sono più le stesse e questo è dovuto anche ai rapporti bilaterali che portano la nostra mano d’opera – ormai in tutti i settori – a essere sempre più in competitività con la Lombardia.
Spesso, purtroppo, il lavoratore ticinese – che non era abituato e magari in età avanzata – deve sopportare la dura conseguenza del licenziamento, con tutti i disagi che ne conseguono. E ancora, i giovani incontrano grandi difficoltà d’inserimento nel mondo del lavoro.
Le conseguenze sono tragiche, la nostra società, anziché fornire alla popolazione giovane e meno giovane, contentezza di studiare, di lavorare e quindi di vivere dignitosamente, ne frena l’energia tarpandone le ali. Sono temi difficili che incombono sul nostro piccolo Ticino.

A questo s’aggiunge il fatto che la politica federale si dimentica sovente delle nostre peculiarità di regione di confine a ridosso d’un mercato di lavoro immenso che non trova soddisfazione nel suo interno. Nel disegno della nostra realtà, dove niente e nessuno esclusi, deve entrare di diritto la politica.
I nostri rappresentanti, eletti democraticamente dal popolo – che non dimentichiamo è sovrano – e considerati “ meritevoli” di rappresentarci devono ascoltare i cittadini. E lo devono fare con attenzione. Il malcontento si manifesta pubblicamente e i social networks abbondano di richiami che sono pur sempre il polso vivo del cittadino.
I politici devono rassicurare e, umilmente ma con sincero interesse, agire per trovare le giuste soluzioni.

Il mio auspicio è che i nuovi consessi politici di Lugano ne siano consapevoli e che, oltre ai già numerosi progetti da portare a termine, riescano anche – con l’aiuto del Cantone e cercando di sensibilizzare tutte le parti in causa – ad affrontare l’arduo compito di cercare di salvaguardare posti di lavoro locali.
Il benessere e il sogno di vita dei cittadini non vanno dimenticati.

Cherubina Ravasi
Candidata PLR al Municipio No. 6 e al Consiglio Comunale No. 46